Dopo la conclusione del round dei negoziati a Istanbul, in Turchia, tra Kiev e Mosca, si è appreso che il ministero della Difesa russo ha deciso di ridurre drasticamente le ostilità in direzione di Kiev e Chernihiv.
Lo ha reso noto il viceministro della Difesa Alexander Fomin. “Poiché i negoziati sulla preparazione di un accordo in merito alla neutralità dell’Ucraina stanno entrando nel vivo, al fine di accrescere la fiducia reciproca e creare le condizioni necessarie per ulteriori negoziati e per raggiungere l’obiettivo finale di concordare la firma di un accordo, è stata presa la decisione di ridurre radicalmente l’attività militare nella direzione di Kiev e Chernihiv”, ha detto Fomin alla stampa.
Come riportato dalla Tass, inoltre, la Russia ha ricevuto “proposte scritte” dal governo ucraino che “confermano il suo desiderio di uno status neutrale e libero dal nucleare”. Così il capo dei negoziatori russi Vladimir Medinsky, secondo cui la proposte include “il rifiuto della produzione e del dispiegamento di tutti i tipi di armi di distruzione di massa”.
Inoltre, David Arahamiya, leader del partito Servo del popolo, quello di Zelensky, ha dichiarato che le delegazioni ucraina e russa hanno materiale sufficiente per consentire al presidente ucraino di incontrare Putin: “Riteniamo di aver già sviluppato materiale sufficiente per rendere possibile l’incontro dei presidenti dell’ucraina e della Federazione russa”, ha affermato Arahamiya.
Infine, primo effetto dei negoziati che sono stati definiti “costruttivi” da entrambe le parti: il prezzo del petrolio, infatti, è crollato. I contratti sul WTI cedono oltre il 4% a 101,38 dollari al barile mentre il Brent del mare del Nord arretra di oltre il 4% a 107,55 dollari al barile.