La Russia ha minacciato che potrebbe chiudere il suo principale gasdotto verso la Germania se l’Occidente dovesse decidere per lo stop all’importazione del petrolio russo. Come riportato dalla BBC, il vice primo ministro Alexander Novak ha affermato che “un rifiuto del petrolio russo porterebbe a conseguenze catastrofiche per il mercato globale”, portando i prezzi a più del doppio del valore attuale, che è già alto: il WTI del Texas è a 122 dollari.
Gli Stati Uniti d’America, infatti, stanno decidendo di bloccare l’import del petrolio russo ma Germania e Paesi Passi hanno già detto di no perché sono i principali stati europei ad averne bisogno. Anche la Bulgaria ha espresso dubbi su sanzioni sul gas e il petrolio.
L’Unione Europea, tra l’altro, ottiene circa il 40% del suo gas e il 30% del suo petrolio dalla Russia e non sarebbe facili sostituire queste forniture con altre. Per quanto concerne il Regno Unito, non è direttamente interessato dall’interruzione dell’approvvigionamento perché importa meno del 5% del suo gas dalla Russia ma sarebbe influenzato dall’aumento dei prezzi nei mercati globali con l’aumento della domanda in Europa.
In un discorso alla televisione di stato russa, Novak ha affermato che sarebbe “impossibile trovare rapidamente un sostituto del petrolio russo sul mercato europeo”. “Ci vorranno anni e sarà ancora molto più costoso per i consumatori europei. Alla fine, saranno colpiti peggio da questa sanzione”.
Poi, rimarcando la decisione della Germania del mese scorso di congelare la certificazione del Nord Stream 2, un nuovo gasdotto che collega i due Paesi, ha aggiunto che un embargo petrolifero potrebbe provocare delle ritorsioni: “Abbiamo tutto il diritto di prendere una decisione corrispondente e imporre un embargo sul pompaggio di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1“, cioè quello esistente.
La Russia, però, è anche il primo produttore mondiale di gas naturale e il secondo produttore di petrolio greggio e qualsiasi mossa per sanzionare la sua industria energetica danneggerebbe gravemente la sua stessa economia.
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