Il presidente russo Vladimir Putin ha aperto alla possibilità di un accordo per porre fine alla guerra in Ucraina ma l’Occidente deve accettare le richieste di Mosca. Si tratta della risposta del Cremlino a Joe Biden, presidente degli Stati Uniti d’America, che ieri ha affermato che sarebbe disposto a parlare con Putin per cessare le ostilità.
Nel dettaglio, Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha affermato: “Il Presidente russo è sempre stato e continua a essere aperto a negoziati per garantire i nostri interessi. Il modo migliore per garantire i nostri interessi è con mezzi diplomatici e pacifici”. Tuttavia, “l’operazione militare speciale continuerà certamente” e un ritiro delle truppe russe “non è un’opzione”. Peskov ha pure spiegato che la situazione è complicata perché Washington non riconosce i nuovi territori come parte dalla Russia.
C’è stato anche un colloquio telefonico tra Putin e il cancelliere tedesco Olaf Scholz con il primo che ha parlato di strategia tedesca “distruttiva”, esortando il secondo a ripensare all’attuale approccio.
Le ultime dal fronte
Le forze armate ucraine hanno perso finora tra i 10.000 e i 13.000 soldati. Lo ha detto a una rete televisiva ucraina il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak.
Proseguono, poi, i bombardamenti russi: missili hanno colpito Kherson, interrompendo la corrente nella città dove l’elettricità era stata ripristinata solo quasi tre settimane dopo la ritirata dell’esercito di Mosca. Inoltre, bombe sono cadute su vari villaggi del fronte orientale, vicino alla città di Bakhmut.
Infine, il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha invitato i residenti di fare scorta di acqua, cibo e vestiti pesanti in caso di blackout totale causato dagli attachi russi.
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