Denis Pushilin, leader della Repubblica popolare di Donetsk, ha affermato che le forze filo-russe hanno preso il controllo del porto di Mariupol, uno dei più colpiti dall’inizio dell’invasione russa, cominciata il 24 febbraio scorso. Qualche ora prima, sempre Pushilin ha invitato tutti i seguaci filo-russi a intensificare l’avanzata e a ottenere così la liberazione del Donbas.
Inoltre, il leader separatisti ha dichiarato che circa 1.500 – 3.000 soldati ‘nazionalisti’ ucraini sono intrappolati nell’area dell’acciaieria Azovstal, pur escludendo di sparare, al momento, all’interno della zona industriale perché ci sono molti tunnel e passaggi che potrebbero favorire il “nemico” e causare molte perdite: “Quindi, in questo momento, dobbiamo capire come bloccare la fabbrica e individuare tutte le uscite e gli ingressi”.
Pushilin ha anche sottolineato che le milizie di Donetsk mirano a combattere le forze fedeli al governo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky con lo scopo di farle uscire “dalle loro tane”. Allo stesso modo, ha incolpato Kiev per l’attentato di venerdì scorso alla stazione ferroviaria di Kramatorsk dove hanno perso la vita oltre 50 persone.
Tuttavia, Serhiy Orlov, vicesindaco di Mariupol, intervistato dalla BBC ha smentito che le truppe ucraine – circa mille – si starebbero arrendendo ai russi, come comunicato da Mosca. Le fonti ucraine, poi, confermano gli scontri all’acciaieria.
Infine, un alto funzionario della Difesa degli Stati Uniti ha affermato che gli attacchi aerei russi hanno continuato a prendere di mira Mariupol, ma che secondo le loro informazioni è inverosimile che la città sia al momento caduta interamente in mano russa.