Ieri, lunedì 28 febbraio, alcuni governi africani hanno alzato la voce perché sono emerse notizie di trattamento razzista e ingiusto nei confronti dei loro cittadini al confine tra l’Ucraina e la Polonia.
Anche se i funzionari polacchi e ucraini hanno smentito le accuse, l’idea che possa essere impedito agli africani di lasciare il Paese in guerra tramite il confine polacco solo per il colore della pelle getta una brutta macchia nel grande sforzo attuale di evacuazione dei profughi.
L’emittente France 24 ha documentato, incontrato diversi studenti alla stazione ferroviaria di Leopoli, nell’Ucraina occidentale, che hanno affermato di essere stati respinti dalle guardie di frontiera ucraine mentre tentavano di entrare in Polonia.
“Ci hanno fermato al confine e ci hanno detto che i neri non erano ammessi. Ma abbiamo visto i bianchi che attraversano”, ha raccontato all’emittente francese Moustapha Bagui Sylla, studente della Guinea. Il giovane ha svelato di essere fuggito dalla sua residenza universitaria a Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina, non appena sono cominciati i bombardamenti.
Come stanno facendo migliaia di civili ucraini, il giovane guineano ha detto di avere camminato per ore a temperature gelide, dirigendosi verso il villaggio di frontiera polacca di Medyka ma lì ha ricevuto l’ordine di tornare indietro.
Un altro studente nigeriano ha detto che il suo gruppo, che comprendeva anche donne, è stato escluso dal posto di frontiera anche se i bianchi sono stati lasciati passare. Michael ha dichiarato: “Non fanno entrare gli africani. I neri senza passaporto europeo non possono attraversare il confine. Ci stanno respingendo solo perché siamo neri! Ma siamo tutti umani. Non dovrebbero discriminarci a causa del colore della nostra pelle”.
France 24 ha diffuso un comunicato secondo cui i funzionari polacchi sostengono che non è richiesto alcun visto per attraversare il confine e che le carte d’identità e i passaporti vengono accettati, anche se scaduti. Inoltre, un portavoce delle guardie di frontiera ucraine ha anche smentito le segnalazioni di pratiche discriminatorie. Ha sottolineato che soltanto agli uomini ucraini di età compresa tra i 18 ei 60 anni – che devono unirsi allo sforzo bellico – è stato impedito di lasciare il Paese.