Il comandante in capo della Russia nella guerra in Ucraina, il generale Alexander Dvornikov, secondo quanto affermato dal Conflict Intelligenge Team, ONG investigativa russa, sarebbe stato rimosso.
Dvornikov era stato assegnato all’Ucraina ad aprile scorso, nel mezzo di un terremoto nella leadership che è stata interpretata da molti analisti come un’ammissione del presidente russo Vladimir Putin del fallimento del piano di guerra di Mosca nei primi mesi della cosiddetta “operazione militare speciale”. Il New York Times, tra l’altro, aveva evidenziato che Dvornikov non appariva in pubblico da circa due settimane.
Uno degli obiettivi principali di Dvornikov era di migliorare il coordinamento tra le unità russe in Ucraina. Tuttavia, secondo quanto indicato dall’analista Ruslan Leviev, la rimozione potrebbe essere legata a un “processo di rotazione” dei vertici operativi delle forze armate, “come quello visto in Siria“, dal momento che non risulta al momento che sia la conseguenza di una gestione ritenuta deludente.
Prima della guerra in Ucraina, Dvornikov era soprannominato “il macellaio della Siria” per il suo ruolo nel bombardamento russo del paese a sostegno del presidente Bashar al-Assad.
Allo stesso modo, i territori controllati dall’Ucraina nella regione del Donbas hanno subito bombardamenti pesanti come parte della nuova offensiva russa sotto Dvornikov, con città colpite anche “200 volte all’ora”, come riportato da Kiev.
Tuttavia, gli sforzi di Dvornikov non hanno prodotto risultati significativi. L’esercito russo, secondo quanto riportato da un funzionario statunitense ripreso da BusinessInsider.com, ha perso circa 1.000 carri armati, un numero considerevole di soldati, mezzi di combattimeto e e aerei dall’inizio della guerra, cominciata il 24 febbraio.
Al posto di Dvornikov ora ci sarebbe il generale Gennady Zhidko, ex comandante del distretto militare orientale e viceministro della difesa di Mosca per gli affari politici.
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