Marina Ovsyannikova è diventa una delle eroine della guerra in Ucraina dopo avere interrotto un telegiornale russo mostrando un cartello per denunciare l’aggressione dell’esercito di Vladimir Putin.
Emmanuel Macron, presidente della Francia, durante una visita al centro di accoglienza dei profughi ucraini nel Maine et Loire, ha affermato: “Ovviamente avvieremo iniziative diplomatiche volte a offrire protezione, sia presso l’ambasciata che presso l’asilo” alla giornalista russa.
Si è appreso, inoltre, che l’udienza a carico della giornalista di Channel One della TV di stato russa, è in corso al tribunale distrettuale di Ostankino di Mosca, come reso noto da Novaya Gazeta, citando l’ufficio stampa del tribunale. Il caso è stato aperto per l’organizzazione di una protesta non autorizzata. È stata anche diffusa su un canale Telegram una fotografia di Ovsyannikova in tribunale, insieme all’avvocato Anton Gashinsky.
A quanto pare, stando a quanto riportato dalla BBC, la giornalista rischia un’accusa amministrativa che potrebbe comportare una multa fino a 30.000 rubli (250 euro), un incarico di servizio alla comunità o fino a 10 giorni di carcere. L’imputazione suggerisce, infatti, che la giornalista non è stata incriminata in base alla nuova legge di Mosca sulla “diffusione di informazioni false sulle forze armate russe”.
Il Guardian ha poi riportato che le Nazioni Unite hanno fatto appello alle autorità russe affinché la giornalista russa non venga punita per aver esercitato il suo diritto alla libertà di parola. Ravina Shamdasani, portavoce delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha detto ai giornalisti che le autorità russe dovrebbero garantire che la donna “non subisca rappresaglie per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione”.