I prezzi del petrolio sono aumentati di oltre 3 dollari oggi, lunedì 21 marzo, con il Brent che è salito sopra i 111 dollari al barile perché l’Unione Europea sta prendendo in considerazione l’idea di unirsi agli Stati Uniti d’America nell’embargo sul petrolio russo come altra pesante sanzione per la guerra in Ucraina e dopo un attacco che nel week-end ha colpito gli impianti petroliferi in Arabia Saudita. Lo scrive Reuters.
Tali prezzi sono aumentati anche in vista dei colloqui che si svolgeranno questa settimana tra i governatori dell’Unione Europea e il presidente degli USA Joe Biden con lo scopo di rafforzare la risposta coesa dell’Occidente a Mosca. Infatti, i governi dell’UE stanno valutando se imporre un embargo petrolifero alla Russia.
A tal proposito, il Cremlino ha avvertito oggi che questa decisione colpirebbe “tutti”. Dmitry Peskov, portavoce della presidenza russa, ha affermato: 2″Un simile embargo avrebbe un’influenza molto grave sul mercato petrolifero mondiale, un’influenza dannosa sul mercato energetico in Europa. Ma gli americani non perderanno nulla, è ovvio, si sentiranno molto meglio degli europei”.
Peskov, nello specfico, ha spiegato che gli europei “avranno un momento difficile” se la decisione di imporre un embargo sulla fornitura di petrolio russo sarà dottata. “In effetti, per quanto ne sappiamo, l’imposizione di un embargo sulla fornitura di petrolio russo è attivamente discussa. Questo argomento è molto complicato, perché un tale embargo avrà un impatto, e influenzerà molto seriamente il mercato globale del petrolio in generale”.
Inoltre, secondo il vice primo ministro russo Alexander Novax, citato dalla TASS, “il possibile embargo dell’Occidente al petrolio russo potrebbe causare una fiammata dei prezzi dell’oro nero che potrebbero schizzare a 300 dollari al barile“, quindi il triplo del valore attuale.
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