Anche la Turchia contro gli angloamericani

Guerra in Medioriente, missili contro gli Houthi, “Italia ha detto no a USA e Regno Unito”

Recep Tayyip Erdogan, presidente turco, non la pensa come la NATO sugli attacchi angloamericani della scorsa notte in Yemen contro basi e postazioni militari degli Houthi.

Infatti, da un lato la NATO sostiene che l’azione statunitense e britannica sia stata di natura difensiva e progettata “per preservare la libertà di navigazione in una delle vie d’acqua più vitali del mondo”, dall’altro Erdogan, nonostante sia alla guida di un Paese che fa parte del Patto Atlantico, ha affermato che USA e Regno Unito stanno trasformando il Mar Rosso in “un bagno di sangue” e preventivando “una risposta di successo” da parte dei ribelli.

E l’Italia?

Per quanto riguarda l’Italia, fonti di Palazzo Chigi dicono che il nostro Paese non ha ricevuto alcuna richiesta di partecipare ai bombardamenti e si sta lavorando “per mantenere bassa la tensione nel Mar Rosso. Siamo impegnati nella coalizione europea per garantire la libera circolazione delle navi nell’area”. Tuttavia, secondo Reuters, Washington e Londra avrebbero chiesto il coinvolgimento a Roma ma gli è stato negato.

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A tal proposito, Antonio Tajani, ministro degli Esteri, ha comunicato che l’Italia è stata avvertita con “ore ti anticipo” dagli USA degli attacchi aerei condotti dal Comando Centrale statunitense (CENTCOM), in coordinamento con il Regno Unito e il sostegno di Australia, Canada, Paesi Bassi e Bahrein.

Il capo della diplomazia italiana ha spiegato: “Siamo impegnati a garantire la libertà di navigazione nel Mar Rosso, partecipiamo alla missione europea Atalanta e chiederemo anche che questa missione possa avere competenze più larghe oppure dare via a una nuova missione europea per garantire la libera circolazione delle merci. Dell’attacco di questa notte noi siamo stati informati dagli Stati Uniti con parecchie ore di anticipo ma non possiamo, perché la Costituzione non lo permette, inviare o agire in azioni di guerra senza un dibattito del Parlamento. È giusto difendere la libertà di navigazione”.

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