È durato poco meno di un’ora il colloquio tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi al Quirinale. Dopodiché il premier è tornato a Palazzo Chigi. L’incontro dopo la decisione del MoVimento 5 Stelle di non partecipare al voto di fiducia al Senato per il DL Aiuti.
Nonostante ciò, il Senato ha confermato la fiducia posta dal governo con 172 sì, 39 no e nessun astenuto. Come annunciato, tutti e 61 senatori del MoVimento 5 Stelle non hanno partecipato al voto, non rispondendo ad entrambe le ‘chiama’. Come risulta dai tabulati di Palazzo Madama, 15 sono risultati assenti giustificati tra congedi e missioni, tra cui Stefano Patuanelli, ministro delle Politiche agricole. Per più tardi potrebbe essere convocato il Consiglio dei Ministri ma non c’è ancora un orario.
Durante il dibattito al Senato, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, si è rivolto al Partito Democratico: “Parlando con alcuni di loro, in queste ore mi è stato detto: vedendo il comportamento del professor Conte fatichiamo a capire le ragioni della crisi di quest’anno. È vero, anche noi. Vedendo il comportamento del professor Conte, però, spero abbiate capito le ragioni della crisi dello scorso anno. Aver portato Draghi al posto di Conte non è stato un atto di irresponsabilità. Aver portato Draghi al posto di Conte ha salvato l’Italia – che è la cosa più importante – ma consente al Partito Democratico di uscire dal tunnel della subalternità rispetto a quello che definivano il punto di riferimento del progressismo: erano i vostri fantasmi; tornate al riformismo, il riformismo non potrà mai essere populismo”.
Infine, Ignazio La Russa, senatore di Fratelli d’Italia, intervenuto a Speciale Quarta Repubblica su Rete4, ha commentato: “Ma vi pare possibile che qualcuno si adoperi per mantenere in vita con un accanimento terapeutico, un governo in cui i soggetti che dovrebbero sostenerlo sono gli uni contro gli altri armati? Draghi passa le sue giornate a mettere d’accordo Letta con Renzi, Conte con Di Maio e Conte con sé stesso. Ecco perché penso che sia corretto che dica ‘me ne torno a casa, ai miei ruoli’ e andiamo al voto. Se non si va al voto in queste occasioni, a cosa serve la democrazia? Se non si ritiene necessario chiedere agli italiani chi è che può tirarli fuori dalle secche dell’inflazione, del caro bollette, dal problema della guerra a cosa servono le elezioni? E se il centrodestra tenesse bordone a una prosecuzione innaturale della legislatura sarei molto critico, ma non credo sarà così”.