Dopo oltre 20 anni il governo di Tokyo è tornato a una posizione intransingente contro Mosca per la disputa sulle Isole Curili, “illegalmente occupate da Mosca”, di certo sulla scia della guerra in Ucraina.
Le isole Curili contese – Etorofu, Kunashiri, Shikotan e Habomai – si trovano al largo di Hokkaido e la tensione risale al periodo poco successivo alla resa del Giappone del 15 agosto 1945, quando l’Unione Sovietica le occupò, senza che le due Nazioni firmassero un trattato di pace: Mosca, infatti, dichiarò guerra al Giappone nello stesso giorno del bombardamento atomico di Nagasaki.
Ebbene, come riportato sul Libro blu diplomatico annuale, pubblicato oggi, queste isole – chiamate Curili meridionali dalla Russia e Territori del Nord da Tokyo – sono una parte “intrinseca” del territorio del Giappone “ma ora sono occupate illegalmente” da Mosca.
Definendo l’invasione russa dell’Ucraina “un oltraggio che mina le fondamenta dell’ordine internazionale non solo in Europa ma anche in Asia”, il rapporto afferma che le circostanze attuali lasciano incerte anche le prospettive di un esito dei colloqui territoriali.
Di conseguenza, sempre come riportato sul Libro blu, il governo giapponese ha chiesto con la forza che la Russia presti attenzione alle critiche della comunità internazionale, ritiri le sue truppe dall’Ucraina e rispetti il diritto internazionale. Il Giappone, lo ricordiamo, ha già imposto sanzioni economiche in linea con l’Occidente.
Inoltre, l’ex primo ministro giapponese Shinzo Abe e il presidente russo Vladimir Putin, dal dicembre 2012 al settembre 2020, si sono incontrati spesso sulle isole Curili ma senza arrivare mai una svolta, con Tokyo che ha sempre auspicato che alcune isole possano tornare sotto il controllo del Giappone sulla base di un trattato bilaterale del 1956.
La reazione della Russia non s’è fatta attendere, sancendo lo stop ai colloqui tra i due Paesi per la stipula di un trattato di pace proprio in seguito alla posizione assunta da Tokyo contro l’invasione di Mosca dell’Ucraina. Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha affermato: “È ovvio che ora, col Giappone diventato un paese ostile che si è unito a una serie di azioni ostili contro la Russia, è assai difficile parlare della continuazione del processo negoziale”, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ria Novosti.