Quarta notte di disordini in Francia, dopo la morte del 17enne Nahel: la polizia ha fermato 994 persone, come reso noto dal Ministero dell’Interno. 79 gli agenti feriti.
Inoltre, sono stati segnalati 31 attacchi a stazioni di polizia, 16 attacchi a stazioni di polizia municipale e 11 a caserme della gendarmeria. Sappiamo anche che sono state bruciate 1350 auto. Lione e Marsiglia sono le due città colpite dalle violenze, dove sono state saccheggiate anche diverse attività commerciali.
A Vaulx-en-Velin, alla periferia di Lione, un rivoltoso ha sparato contro la polizia. Inoltre, un tentativo di attacco è avvenuto nei locali della Direzione Centrale della Polizia Giudiziaria. A Metz, poi, una biblioteca è stata bruciata completamente.
Ieri, venerdì 30 giugno, il ministro dell’Interno, Gerald Darmanin, ha annunciato la mobilitazione eccezionale di 45 mila agenti di polizia e della gendarmeria. Per motivi di sicurezza, il governo ha disposto anche l’annullamento degli “eventi di grandi proporzioni che possono presentare dei rischi per l’ordine pubblico”.
L’appello della Nazionale di Calcio
Su quanto sta accadendo in Francia è intervenuta anche la Nazionale di calcio: “Il tempo della violenza deve cessare per lasciare spazio a quello del lutto, del dialogo e della ricostruzione”. I Blues hanno affermato, su Twitter, non poter restare insensibili alle circostanze nelle quali questa morte inaccettabile ha avuto luogo”, facendo riferimento al 17enne ucciso da un poliziotto e per cui dovrò rispondere dell’accusa di omicidio volontario. “In questo contesto d’estrema tensione, non possiamo restare silenziosi e la nostra coscienza di cittadini ci incita a fare un appello alla pacificazione, alla presa di coscienza e alla responsabilizzazione”, ha aggiunto la squadra.
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