Francia, Germania e Regno Unito hanno diffuso un comunicata stampa congiunto con cui hanno espresso una ferma condanna agli attacchi alle forze della Coalizione internazionale e in Iraq.
Inoltre, i 3 Paesi hanno manifestato la propria preoccupazione per il «ruolo negativo» dell’Iran nell’area, svolto anche tramite la Forza Qods (comandanta dal generale Qassem Soleimani, ucciso il 3 gennaio scorso da un raid statunitense a Baghdad).
Il comunicato è firmato dl premier britannico Boris Johnson, dal presidente francese Emmanuel Macron e dal cancelliere tedesco Angela Merkel. Nella nota si legge che «c’è urgente necessità di una de-escalation. Invitiamo tutte le parti a esercitare la massima moderazione e responsabilità. L’attuale spirale di violenza in Iraq va fermata».
Inoltre, Francia, Germania e Regno Unito invitano Teheran «ad astenersi da ulteriori azioni violente» e a non violar il Patto d’azione globale sottoscritto nel 2015 sul nucleare. Inoltre, prosegue la nota, «ricordiamo il nostro impegno alla sovranità e alla sicurezza dell’Iraq. Un’altra crisi rischia di disperdere anni di sforzi per stabilizzare il paese. Riaffermiamo, poi, il nostro impegno a continuare a combattere contro lo Stato islamico, che resta un’alta priorità. Il mantenimento della Coalizione, a questo proposito, è una questione chiave. Invitiamo dunque le autorità irachene a continuare a fornire tutto il necessario sostegno alla Coalizione. Restiamo pronti a continuare il nostro impegno con tutte le parti per contribuire ad attenuare le tensioni e a ripristinare la stabilità nella regione».
L’Italia, quindi, tagliata fuori da questa dichiarazione congiunta. Comunque, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio su Facebook ha affermato che «i nostri Padri costituenti ce lo hanno ricordato nelle parole dell’articolo 11 della nostra Carta Costituzionale: ‘L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali’. La guerra e la violenza, appunto, non sono soluzioni, e non possono essere mai considerate tali. Sono l’unica risposta che è stata trovata in passato, una risposta vecchia, e su cui abbiamo già ricevuto fin troppe lezioni. Chi ancora crede che la strada sia la violenza, è fermo al passato o non ha ancora compreso le lezioni dalla storia. E, quel che è peggio, sta esponendo tutti gli italiani a un pericolo di ritorsioni».
«Ora non è più il tempo di rischiare morte, terrorismo, ondate migratorie insostenibili, ora è il momento di scommettere sul dialogo, sulla diplomazia e sulle soluzioni politiche. Il dialogo crea, il dialogo è per chi sa costruire e, come forza di governo, questa è la risposta che scegliamo per l’Italia», ha aggiunto Di Maio.