Ieri, durante un convegno al Senato, il tenore Andrea Bocelli ha pronunciato parole sull’emergenza coronavirus che hanno scatenato molte polemiche, soprattutto sui social media.
In sintesi, il cantante italiano noto in tutto il modo si è detto «umiliato e offeso» dal lockdown (ammettendo, tra l’altro, di avere a volte disobbedito alle misure di quei giorni), aggiungendo di non avere mai conosciuto «nessuno che fosse andato in terapia intensiva», motivo per cui la gravità dell’epidemia sarebbe stata esagerata.
Bocelli è poi tornato su quanto detto in Senato e ha affermato sul palco della Milanesiana: «Evidentemente, succedono cose strane in questo paese». E ancora: «Ho fatto un intervento al Senato e in seguito a questo intervento, curiosamente, sono stato definito un negazionista. Che strano, mi sono speso fin dal primo giorno per aiutare chi era in difficoltà in ragione del virus. Con la fondazione che porta il mio nome abbiamo cercato di recuperare subito tutto quello che serviva, poi sono venuto qui nella città un po’ simbolo del contagio per fare una preghiera per tutti e anche per dimostrare che la paura è la sola cosa di cui bisogna avere paura. Deve essere su questo fatto che sono stato un po’ frainteso».
Sulla faccenda è intervenuto anche Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute, ad Agorà Estate su Raitre: «Voglio sperare che il maestro Bocelli sia stato male interpretato. Tra l’altro il maestro Bocelli è anche stato colpito da Covid-19, più o meno nello stesso momento in cui l’ho avuto io. Peraltro ha anche donato il plasma. Dunque la malattia l’ha vissuta. Io credo che sia stato male interpretato: forse voleva esprimere il disagio di ogni italiano che, a causa del lockdown, è rimasto chiuso dentro casa. Non avrei detto quelle parole, ma credo che avrà modo di spiegare. Non credo sia un negazionista del virus, ma l’eco che è stata data alle sue dichiarazioni pone dei problemi».
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