Un detenuto di 43 anni è stato trovato morto ieri sera, mercoledì 1 settembre, nella cella nel carcere di Sollicciano a Firenze che occupava da solo. L’uomo sarebbe stato trovato con la testa incastrata nella fessura usata per passare le vivande.
Al momento, stando a quanto appreso, sarebbe escluso il coinvolgimento di altre persone nell’episodio. Il pm di turno, Giacomo Pestelli, ha disposto l’autopsia per stabilire le esatte cause della morte.
Tra le ipotesi, quella che il 43enne, di origine tunisina, sia morto soffocato dopo essere rimasto con la testa incastrata nella fessura. Non è escluso che possa essersi trattato di un suicidio, o di un gesto dimostrativo finito in maniera tragica. Al vaglio degli investigatori anche le immagini riprese dalle telecamere di sorveglianza del carcere.
L’uomo era detenuto in una cella della sezione transito – isolamento del carcere. Gli agenti di polizia penitenziaria che lo hanno trovato erano stati impegnati fino a poco prima in una cella vicina alla sua, dove erano intervenuti perché un altro detenuto aveva sfondato a pugni una parete divisoria in cartongesso.
Sull’accaduto è intervenuta la Uil-Pa polizia penitenziaria che, attraverso il segretario regionale Eleuterio Grieco, ha ricordato che “solo pochi giorni fa avevamo denunciato la situazione drammatica di Firenze Sollicciano con tutte le sue ataviche criticità strutturali e gestionali e stamani bisogna annoverare alla lista nazionale l’ennesima morte di un detenuto”.
“Le circostanze della morte non le conosciamo, ma rimane il fatto che ieri sera a Sollicciano” oltre al decesso del detenuto un altro recluso “ha abbattuto nuovamente i muri della cella, per cui anche questo fatto pone sempre di più l’accento su di una struttura alquanto fragile”, ha concluso il sindacalista.