Oggi, venerdì 15 aprile, il Ministero degli Esteri russo ha avvertito di “conseguenze” non specificate se Finlandia e Svezia dovessero unirsi alla NATO, come reazione all’invasione delle forze del Cremlino in Ucraina.
L’operazione militare di Mosca ha innescato, come sappiamo, un’inversione di marcia drammatica nell’opinione pubblica e nella politica sia in Finlandia che in Svezia. Il governo di Helsinki ha già reso noto che entro pochi giorni deciderà se chiedere o meno l’adesione della NATO e lo stesso farà il governo di Stoccolma entro qualche mese.
Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha affermato in una nota: “La scelta spetta alle autorità di Svezia e Finlandia. Ma dovrebbero comprendere le conseguenze di un tale passo per le nostre relazioni bilaterali e per l’architettura della sicurezza europea nel suo insieme”. Inoltre, ha aggiunto che l’adesione di Svezia e Finlandia alla NATO “è improbabile che contribuisca a rafforzare il loro prestigio internazionale”.
Zakharova ha anche detto che la politica di non allineamento dei due Paesi “ha fornito un livello di sicurezza affidabile”, mentre l’appartenenza a un’alleanza militare “non è in grado di rafforzare la loro sicurezza nazionale” e “si troveranno automaticamente in prima linea nella NATO”.
L’ex presidente russo Dmitry Medvedev ha avvertito ieri che la Russia schiererà armi nucleari vicino ai tre Stati baltici e alla Scandinavia se la Finlandia o la Svezia dovessero aderire alla NATO.
Infine, Tytti Tuppurainen, ministra finlandese per gli Affari europei, intervistata da Sky News, ha affermato: “È altamente probabile che la Finlandia entri nella NATO il processo di candidatura dovrebbe essere il più rapido possibile”. Parlando da Helsinki, Tuppurainen ha osservato che ora c’è un profondo cambiamento nelle relazioni tra Russia e Finlandia, che la “rattrista” e ha descritto le azioni della Russia come una guerra “brutale” in Ucraina e “un campanello d’allarme per tutti noi”.