Per il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sia la Finlandia che la Svezia non dovrebbero essere accolte nella NATO: ha detto ai giornalisti che “non vuole che si ripeta lo stesso errore commesso con l’adesione della Grecia“, accusando Stoccolma ed Helsinki “di ospitare i terroristi del PKK“, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan. “Non abbiamo un’opinione positiva”, ha rimarcato.
Svezia e Finlandia hanno subito replicando, affermando che vogliono discutere con la Turchia della loro adesione all’Alleanza Atlantica già domani, sabato 14 maggio, a Berlino, in occasione della riunione informale dei Ministri degli Esteri della NATO.
Da ricordare che l’accesso alla NATO di un nuovo membro richiede l’approvazione da parte di tutti i membri e la Turchia entrò a far parte dell’Alleanza Atlantica nel 1952. Ha, inoltre, il secondo esercito più grande della NATO, dopo gli Stati Uniti d’America. Erdogan, manifestando il suo scetticismo, ha fatto riferimento all’accoglienza svedese e finlandese dei membri del PKK, partito che la Turchia considera ‘terroristico’.
Anche gli USA stanno lavorando per chiarire la posizione della Turchia. Lo ha affermato Karen Donfried, segretario aggiunto per gli Affari europei al Dipartimento di Stato americano. In un briefing con la stampa, Donfried ha annunciato che l’argomento sarà discusso durante la riunione ministeriale della NATO nel fine settimana a Berlino.
Si è appreso, inoltre, che il presidente Joe Biden ha avuto un colloquio di circa mezz’ora con la premier svedese, Magdalena Andersson e il presidente finlandese Sauli Niinisto.
Infine, sul ‘fronte’ italiano, Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri e deputato del MoVimento 5 Stelle, ha definito la richiesta di adesione della NATO alla Finlandia “una strada ovvia e dovuta, manifestazione del gravissimo errore strategico fatto da Putin in ogni sua mossa negli ultimi mesi”.