Martedì scorso, 22 giugno, è scomparsa Diana De Feo, la moglie di Emilio Fede.
Come riportato da Il Roma, intorno alle 4 del mattino di venerdì giugno, il giorno dopo il funerale, due agenti della questura di Napoli hanno bussato alla camera di albergo dell’ex direttore di TG4 e Studio Aperto con lo scopo di controllare se fosse in regola con le autorizzazioni del tribunale di Sorveglianza di Milano sul trasferimento nel capoluogo campano. Fede, infatti, è agli arresti domiciliari.
Il giornalista siciliano, 90 anni, ha raccontato: «È tutto vero. Non ho parole. Ma in che Paese siamo? Ero arrivato in auto mercoledì notte da Milano, dopo aver ricevuto tutte le autorizzazioni del caso per la mia posizione detentiva, per salutare e dare l’addio all’unico grande amore della mia vita, la mia Diana. Avevo poi preso parte ai funerali nella chiesa del Vomero e dopo un cena veloce con mia figlia ero rientrato in albergo, accompagnato dalla mia assistente, che mi aiuta in ogni momento della giornata, non essendo io più autonomo nei movimenti».
Fede dormiva quando la portineria dell’albergo ha provato a segliarlo e così è stata contattata la sua assistente: «Era già capitato a dicembre la stessa cosa e sempre intorno alle quattro del mattino. Stessa scena, stessa storia. Ho cercato di spiegare che ero stato autorizzato regolarmente per gravi motivi di famiglia, ma solo dopo un meticoloso controllo dei documenti miei ma anche della mia collaboratrice, hanno lasciato la camera. Ancora una volta hanno voluto trattarmi come un boss».
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