Matteo Renzi, leader di Italia Viva, intervistato dal Corriere della Sera, ha affermato che quella del centrodestra “è una vittoria netta e senza incertezze. Tocca a loro governare, vediamo se saranno capaci di farlo. Noi faremo un’opposizione seria e rigorosa, ma questo non mi impedisce di fare i complimenti a Meloni e ai suoi alleati. E augurare buon lavoro nel supremo interesse del Paese”.
“Riconoscere il risultato – ha proseguito l’alleato di Carlo Calenda – fa parte di un rituale della democrazia che ha un valore doppio in tempi di continua delegittimazione. Non credo che governeranno meglio di come abbiamo fatto noi, ma tocca a loro. Noi faremo un’opposizione più civile di quella che hanno fatto a noi. Civile ma durissima sui contenuti, dall’Europa ai valori”.
“Il PD – ha continuato Renzi – ha sbagliato tutto. Poteva essere una partita giocabile se solo Letta non avesse sbagliato tutto dal primo giorno di campagna elettorale: l’ossessione di piccole vendette personali lo ha travolto. E adesso tutti dicono che Letta non ha la minima visione politica e che la leadership non è affar suo: troppo tardi, la frittata è fatta”.
Mettersi tutti insieme era impossibile, “però Letta poteva abbracciare l’agenda Draghi con noi e Calenda ma senza comunisti e verdi. Oggi la Meloni avrebbe una ventina di senatori in meno e non governerebbe l’Italia. Invece il risentimento lo ha bloccato. Allora poteva mollare noi e andare con M5S, visto che il PD ha rinnegato se stesso sposando il reddito di cittadinanza. Oggi Meloni avrebbe trenta senatori in meno e non governerebbe l’Italia. Ma Letta non ha fatto nessuna delle due scelte. La mediocrità di Letta unita all’incapacita’ di decidere una linea chiara ha consegnato il Paese alla destra”.
Al Sud ha vinto il M5S: “Conte ha fatto una campagna elettorale ancora più populista della Meloni. La gente che gli fa la claque con le tessere del reddito costituisce un momento di trash agghiacciante. La verità è che c’è un pezzo di Mezzogiorno che vuol rimanere intrappolato negli stereotipi dell’assistenzialismo. Aver preso noi il 30-35 per cento in alcuni seggi del Nord dove c’è il mondo produttivo più forte del Paese ci carica di una responsabilità: una battaglia senza quartiere contro la filosofia del ‘tutto dovuto’ dei grillini e riaffermare le ragioni educative e culturali del lavoro”.
Ha detto alla CNN di non temere il pericolo ‘fascista’: “Per nulla. Ho combattuto la Meloni in passato e la combatterò ancora di più adesso. Ma farà la premier. E io difendo le istituzioni del mio Paese. Se non sarà all’altezza faremo di tutto per mandarla a casa. Ma non uso la tv internazionale per alimentare una retorica dannosa verso il mio Paese. E comunque considero la Meloni pericolosa per il nostro portafoglio non per la democrazia”.
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