Raffaele Cutolo, lo storico boss della camorra morto oggi nel carcere di Parma all’età di 79 anni, è ‘legato’ a una delle più belle canzoni di Fabrizio De André, l’artista ligure scomparso nel 1999: Don Raffaè.
Innanzitutto, questo brano, scritto in napoletano, fu pubblicato nel 1990 come terza traccia del dodicesimo album Le nuvole, scritto dallo stesso De André insieme a Massimo Bubola e composto da Mauro Pagani.
Ma Don Raffaè è davvero ispirato alla vita in carcere del boss?
Ora, il celebre brano denuncia la situazione critica delle carceri italiane negli anni Ottanta e la sottomissione dello Stato al potere della criminalità organizzata attraverso il racconto dell’interazione tra Pasquale Cafiero, brigadiere del Corpo di polizia penitenziaria del carcere di Poggioreale, e il boss camorrista don Raffaè che si trova incarcerato in tale struttura.
Secondo quanto riportato dal giornalista e critico musicale e saggista Mario Luzzatto Fegiz, De André avrebbe affermato che «la canzone alludeva proprio a don Raffaele Cutolo» ma né lo stesso cantautore né il coautore Massimo Bubola disponevano «di notizie di prima mano sulla sua detenzione».
Anche Cutolo pensò che la canzone fosse ispirata alla sua persona e scrisse al cantautore genovese per chiedere conferma e per complimentarsi con lui, meravigliandosi di come De André fosse riuscito a cogliere alcuni aspetti della sua personalità e della sua vita carceraria senza averlo mai incontrato (fonte: Wikipedia).
De André rispose alla lettera di Cutolo ma soltanto per ringraziarlo né confermando né smentendo che Don Raffaè fosse davvero il boss morto oggi. Inoltre, evitò di rispondere a una seconda lettera.
Tuttavia, secondo lo scrittore Walter Pistarini, De André avrebbe tratto ispirazione da opere letterarie come Gli alunni del tempo di Giuseppe Marotta e Il sindaco del rione Sanità di Eduardo De Filippo.
LA CANZONE: