L’Aula del Senato, con 214 sì, 35 no e nessun astenuto, ha approvato la fiducia posta dal governo al DL Ucraina. Il testo, già approvato dalla Camera, prevede misure per l’accoglienza dei profughi e l’invio di equipaggiamenti militari a Kiev. A votare contro il gruppo di Fratelli d’Italia e il presidente della commissione Difesa, Vito Petrocelli del MoVimento 5 Stelle.
Come emerso dal resoconto della votazione a Palazzo Madama, sui 249 partecipanti al voto, gli assenti ingiustificati sono stati 25, cioè 3 senatori del Movimento 5 Stelle (mentre 8 sono in missione o congedo), 5 della Lega (10 invece in missione o congedo), 5 di Forza Italia (12 in missione o congedo). Nessuna assenza per il Partito Democratico (3 i senatori in missione o congedo), mentre Fratelli d’Italia ha visto assenti solo 3 senatori su 21, di cui due in missione. Nessuna assenza nemmeno tra le fila di Italia Viva (4 in missione o congedo).
Tra i pentastellati risultano assenti ‘non giustificati’ Alberto Airola, Gianluca Ferrara e Daniele Pesco. Tra i leghisti non compaiono in Aula Luigi Augussori, Armando Siri, Alberto Bagnai, Francesco Mollame, Valeria Sudano. Tra le fila di Forza Italia assente la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, che di solito non vota, il capogruppo Anna Maria Bernini, in malattia, Dario Damiani, Giuseppe Mangialavori e Marco Perosino.
Tatjana Rojc del Partito Democratico ha affermato: “Il voto di fiducia al decreto Ucraina conferma che l’Italia è e rimane dalla parte giusta, dalla parte del popolo ucraino aggredito e massacrato, dalla parte delle democrazie e delle libertà. Lasciamoci alle spalle le polemiche inutili che sono state sollevate, diamo accoglienza, aiuto umanitario e sosteniamo la legittima resistenza all’invasore. Destabilizzanti sono i distinguo del presidente della commissione Esteri, che sembra non vedere i tank russi alle porte della Ue”.
Per Alternativa “l’approvazione di questo decreto il Parlamento tradisce la Costituzione italiana, sconfessando i principi contenuti negli articoli 9, 11 e 41”. “Il Governo con l’elmetto – proseguono -, sventolando la minaccia della crisi di governo, impone l’invio di armi ad un Paese belligerante, che non appartiene all’Unione europea e che non appartiene all’Alleanza atlantica. Senza troppi giri di parole, con la complicità di un Parlamento incapace di opporsi sta spedendo l’Italia dritta dritta in un conflitto bellico, in contrasto con l’articolo 11 della nostra Costituzione”.
Mariolina Castellone, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Senato: “Siamo preoccupati per il rischio che tutte queste armi finiscano nelle mani sbagliate come già accaduto in Afghanistan o nei Balcani. Per questo il M5S chiede al governo di vigilare con attenzione sulle modalità di consegna e sugli effettivi destinatari finali di queste forniture, cercando, per quanto possibile, di tracciarle per scongiurare che le armi finiscano nelle mani sbagliate”.
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