- Il Diritto di voto alle donne in Italia compie 76 anni
- Palmiro Togliatti ed Alcide De Gasperi proposero la riforma
- La prima volta del voto alle donne fu nel 1946
Nel 1945 il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconosce il voto femminile. Oggi, a distanza di 76 anni, ricorre una data importante: il suffragio universale, con Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 23 del 1° febbraio 1945, “Estensione alle donne del diritto di voto”.
L’estensione porta la firma di Umberto di Savoia, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi, anche se fu solo un anno più tardi che le donne ebbero la possibilità di essere anche elette, oltre che eleggere. In Italia il percorso che portò all’estensione del voto alle donne cominciò solo all’indomani dell’unificazione, avvenuta nel 1861, e comprendeva le donne che avessero compiuto la maggiore età (all’epoca 21 anni).
La prima occasione di voto sono state le elezioni amministrative fra il marzo e l’aprile del 1946 e subito dopo, il 2 giugno 1946, gli italiani il voto fu fondamentale per il referendum istituzionale tra Monarchia o Repubblica.
Ancora oggi, in realtà, vi sono donne vittime di abusi e preconcetti. Se infatti, da una parte, la donna dei nostri giorni è forte e sicura di sè, dall’altra deve fare i conti con una disparità sociale e professionale tipica della mentalità maschile.
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