“Sento il dovere di precisare che le determinazioni assunte in quell’occasione dal ministro dell’Interno sono riconducibile a una linea politica sull’immigrazione che ho condiviso nella mia qualità di presidente nel Consiglio con i ministri competenti, in coerenza con il programma di governo”.
Lo scrive il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel documento allegato alla memoria presentata dal vicepremier Salvini sul caso Diciotti.
“Le azioni poste in essere dal ministro dell’Interno si pongono pertanto in attuazione di un indirizzo politico-internazionale, che il Governo da me presieduto, ha sempre coerentemente condiviso fin dal suo insediamento. Di questo indirizzo, così come della politica generale del Governo, non posso non ritenermi responsabile, ai sensi dell’articolo 95 della Costituzione” .
“Lo scalo tecnico a Catania è stata una scelta dell’Autorità marittima esclusivamente per ragioni di comodità legate ai rifornimenti di cibo, acqua ed altro, rifornimenti che potevano avvenire tranquillamente anche in mezzo al mare” scrive invece il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nella memoria che ha presentato alla Giunta per le Immunità del Senato sul caso Diciotti. “L’impostazione del tribunale di Catania calpesta le più elementari regole del diritto internazionale e della nostra Costituzione, invadendo poi una sfera di esclusiva prerogativa dell’Autorità di governo”.
“La soluzione delle controversie internazionali”, e in questo caso era “evidente” che vi fosse tra Italia e Malta, “rientra in via esclusiva – sottolinea la memoria di Salvini – nella intangibile competenza sottesa alle scelte dello Stato italiano di esercitare le proprie prerogative, parimenti a quelle degli altri Stati, nell’ambito dei principi ispiratori della Carta Costituzionale”.
La polemica è diretta in particolare contro il passaggio della richiesta di autorizzazione a procedere del tribunale dei ministri di Catania nel quale si dice che la decisione di non autorizzare tempestivamente lo sbarco dei migranti non venne adottata per problemi di ordine pubblico ma per una “volontà meramente politica” estranea alla procedura amministrativa.
“Lo Stato italiano ha portato all’attenzione dei partner europei le problematiche della vicenda per una pronta ed immediata soluzione della questione legittimamente attendendo la risoluzione della controversia internazionale, non potendosi pretendere che fosse l’Italia ad accollarsi in via esclusiva la gestione dei migranti salvati in luogo di Malta” scrive, infine il ministro dell’Interno.
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