Il Senato ha approvato con 154 voti a favore la richiesta di non passaggio agli articoli del DDL Zan, la cosiddetta ‘tagliola’ presentata da almeno 20 senatori della Lega e di Fratelli d’Italia.
Di conseguenza, è saltato l’esame degli articoli e degli emendamenti, per cui l’iter si è bloccato. La votazione, avvenuta a scrutinio segreto, è stata accolta da un applauso. Il disegno di legge contro l’omotransfobia era stato approvato dalla Camera il 4 novembre 2020.
LE REAZIONI
Laura Garavini, vicecapogruppo vicaria Italia Viva – PSI ha affermato: “Quanto appena accaduto in Senato rappresenta una brutta pagina per la storia dei diritti del Paese. Oggi avremmo potuto tutelare chi è vittima di aggressioni contro la comunità Lgbt. E lo avremmo potuto fare da tempo, arrivando ad un compromesso con chi si era già detto disponibile al dialogo in Parlamento. Parte del Pd e i 5stelle hanno preferito invece andare allo scontro muro contro muro, anche se sapevano che il rischio era questo. Ora i giochi sono fatti. Come Italia Viva abbiamo tentato fino all’ultimo di scongiurare questo esito. Spiace che altri abbiano scelto di giocare sulla pelle dei tanti che, invece, attendevano e meritavano questa legge”.
Matteo Salvini, leader della Lega: “Sconfitta l’arroganza di Letta e dei 5Stelle: hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre, dalle associazioni e da molte famiglie, e hanno affossato il Ddl Zan. Ora ripartiamo dalla proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione”.
Barbara Masini, senatrice di Forza Italia: “Il Ddl Zan resta una legge imperfetta che avrebbe potuto essere migliorata e liberata da alcune ambiguità che la rendono di difficile condivisione per tutti, ma dal momento in cui è diventato chiaro che l’alternativa sarebbe stata quella di non avere nessuna legge che tuteli una comunità, che da 25 anni aspetta il riconoscimento del suo diritto di esistere e di non avere paura, allora, la mia storia personale e la mia coscienza mi hanno costretto a votare contro le mozione di non passaggio agli articoli presentata da Lega e FDI, andando anche contro il mio gruppo di riferimento”.
Elio Vito, con una lettera inviata al presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha lasciat gli incarichi interni al partito dopo che Forza Italia ha votato al Senato a favore della pregiudiziali sul Ddl Zan che hanno bloccato l’iter della proposta di legge. “Per coerenza con le mie convinzioni, che mi portarono a votare a favore della proposta di legge alla Camera, quando pur nella posizione contraria del Gruppo, fu garantita comunque la possibilità di votare secondo coscienza, a malincuore rimetto l’incarico che mi hai affidato”.
Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva: “L’arroganza di Cinque stelle e PD ha prodotto una sconfitta incredibile, non solo per il Parlamento, che ha perso l’occasione di far approvare una legge di civiltà, ma per le tante donne e uomini che aspettavano di essere finalmente tutelati da aggressioni e discriminazioni. Oggi si è verificato quello che abbiamo paventato da mesi, così la cecità e l’ostinazione di pochi ha fatto affossare una legge necessaria al Paese. Noi siamo quelli che hanno portato a casa la legge sulle unioni civili, loro hanno giocato sulla pelle di persone che meritavano una legge, non delle bandierine. Lo dico con amarezza perché fino alla fine ho sperato di sbagliare le previsioni, ma purtroppo è andata come avevamo immaginato. Un vero dispiacere”.
Ivan Scalfarotto, sottosegretario all’Interno di Italia Viva: “Dopo essere sopravvissuti di un solo voto a scrutinio palese a luglio, accettare oggi la roulette russa di un voto segreto senza un piano e senza paracadute, rifiutando anche un rinvio di qualche giorno per trovare una soluzione, è il più raro esempio di insipienza e dilettantismo cui mi sia capitato di assistere in questi anni di politica. Significa non avere la più pallida idea di come funziona il Parlamento. Una vergogna che invece di lavorare si sia tentata la fortuna, del tutto incuranti del peso di questo azzardo sulla vita delle persone. Chi ha messo in campo caparbiamente questa strategia fallimentare, dovrebbe sentire tutta la responsabilita’ di questo disastro storico”.
Caterina Biti, vice presidente del Gruppo PD al Senato: “Sul Ddl Zan la storia renderà conto di chi ha combattuto con coraggio per avere una legge di giustizia e di chi ha mentito, ingannato e avvelenato i pozzi. Oggi la destra affossa qualsiasi legge contro l’omotransfobia sputando sulla vita e le speranze di migliaia di persone. Eccoli qui, a urlare e festeggiare per aver ammazzato l’unica possibilità che avevamo in questa legislatura di tutelare chi viene escluso, ferito, picchiato per ciò che è. E’ una festa oscena sulle vite, sul dolore, sui lividi degli italiani”.
Loredana De Petris, capogruppo di LeU al Senato: “Il voto di oggi affossa una legge che mirava ad ampliare i diritti senza toglierne a nessuno. Una legge contro la discriminazione, l’intolleranza e l’odio che sin dall’inizio la destra ha voluto solo abbattere nascondendosi dietro una bugiarda disponibilità al dialogo che si è dimostrata oggi inesistente. Ma i numeri dicono chiaramente che questo risultato negativo è stato reso possibile solo dalle defezioni di alcuni che a parole hanno detto di voler discutere la legge in aula, come sarebbe stato non solo giusto ma anche doveroso fare, e nel voto hanno invece fatto la scelta opposta”.
Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico: “C’è una destra retrograda, illiberale, compatta e presente come se fosse uno dei momenti più importanti per bloccare il dibattito, questo fa capire quanta omofobia c’è in questa scelta”.
Monica Cirinnà, senatrice del Partito Democratico: “Non c’è più nessuna possibilità che prosegua il Ddl Zan, i numeri hanno detto questo. Dopo 6 mesi si puòsolo presentare un nuovo testo sullo stesso argomento, ma un nuovo testo. Oggi non è finito il Ddl Zan, sono finiti i diritti di chi è perseguitato. Il centrodestra ha votato compattamente contro, erano tutti compatti, militarizzati. In questo momento le persone sono abbandonate a se stesse di fronte ai crimini d’odio, sono triste perché questo paese si allinea all’oscurantismo”.
Licia Ronzulli, vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato: “Chi ha forzato la mano e ha voluto insistere su un testo divisivo, rifiutando qualsiasi compromesso per migliorarlo, adesso deve avere il coraggio di assumersi la responsabilità di aver negato una legge a chi la aspetta a da tempo. Abbiamo provato in tutti i modi a cercare un confronto per scrivere una buona norma ed evitare questo affossamento, ma l’ostinazione, la prepotenza e l’arroganza della sinistra hanno vanificato tutti i nostri sforzi. Chi ha portato a questa debacle ci metta la faccia!”.
Ettore Rosato, presidente di Italia Viva: “E’ chiaro che il no del Pd e dei 5 Stelle al rinvio del voto segreto sul Ddl Zan significava che le parole di Letta sulla ricerca di una mediazione erano solo l’ennesimo spot. La difesa dei diritti si fa approvando le leggi non nei salotti televisivi, in Parlamento dove ci si assume le responsabilità della sintesi, la fatica del compromesso, il rischio che qualcuno ti dica che si poteva ottenere di più. Senso del dovere che il Pd sembra aver perso per strada, impegnato com’è a rincorrere il Movimento 5 Stelle, quello che non votò nemmeno la legge sui unioni civili”.
Luigi Di Maio, ministro degli Esteri ed esponente del MoVimento 5 Stelle: “Tutti si erano schierati dalla parte dei diritti civili, ma alla fine il Ddl Zan è stato spazzato via, nel segreto dell’urna, al Senato. Vergognoso. Il Ddl Zan doveva diventare legge in pochi giorni, invece sono passati mesi su mesi, scuse su scuse, fino a far saltare il provvedimento. Diciamocelo chiaramente: in Italia ci sono ancora forti discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali. Questa è la verità. In un Paese moderno questo è inaccettabile”.
Debora Serracchiani, capogruppo PD alla Camera: “Oggi la destra al Senato ha impedito che l’Italia si dotasse di una legge contro le discriminazioni ed i crimini d’odio. Affossare il Ddl Zan è stato sempre il suo unico vero obiettivo raggiunto anche grazie a chi nell’urna non ha tenuto fede all’impegno espresso per la legge. Noi non ci fermeremo nella battaglia per estendere e tutelare i diritti di tutte le persone”.
Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia: “Sul disegno di legge Zan si è consumato un colpevole muro contro muro ai danni di tante vittime di discriminazione. Una buona politica ricerca sempre la ricomposizione tra le parti perché sa bene che la ricomposizione è sempre possibile: basta solo volerla, e qui sta la colpa”.
Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie: “L’atteggiamento tenuto dai teorici sostenitori del Ddl Zan ha mostrato tutte le sue contraddizioni. Il voto dell’Aula del Senato ha dimostrato in modo palese che il disegno di legge, così come costruito, non andava bene, e che dunque serviva il dialogo e un positivo confronto che qualcuno ha inspiegabilmente rigettato. Le prove di forza strumentali non servono a tutelare le persone più esposte e i loro diritti. Ci auguriamo che i prossimi mesi vengano utilizzati, in modo costruttivo, per scrivere insieme una norma largamente condivisa e che possa far fare al Paese un passo in avanti”.
Alessandro Zan del PD: “Quella di oggi è una pagina nera per la nostra democrazia e i diritti perché il Senato ha deciso di essere lontano dal paese reale che a grande maggioranza ha chiesto e chiede una legge contro i crimini d’odio. Questa battuta d’arresto non consente all’Italia di essere tra i paesi più civili e avanzati. La destra sovranista non ha accettato di togliere la tagliola del non passaggio agli articoli, e questo dimostra come sia vicina a Orban e alla Polonia e no invece ai paesi più civili. Purtroppo una forza politica si è sfilata dalla maggioranza, FI si è compattata con la destra sovranista dimostrando di non essere una forza liberale e vicina ai diritti solo per un gioco legato alla partita del Quirinale. Questa battuta d’arresto però non ci ferma. La strada per i diritti civili in questo paese è segnata e noi continueremo più forte di prima per cercare di arrivare a leggi di civiltà di cui il paese ha bisogno”.
Giuseppe Conte, presidente del MoVimento 5 Stelle: “Oggi non è una bella pagina della nostra storia, perché stiamo parlando di un provvedimento contro le discriminazioni e le violenze per l’orientamento sessuale”.
Benedetto della Vedova, segretario di Più Europa: “Chi ha scelto la strategia parlamentare in Senato per il Ddl Zan ha sbagliato, evidentemente. Ma ciò non toglie nulla alla responsabilità politica di chi ha voluto affossare una legge, certo perfettibile, a tutela dei diritti e della piena cittadinanza delle persone LGBTQI: Lega e Fratelli d’Italia (e purtroppo anche FI) potevano oggi segnare una distanza politica netta con i loro partner ungheresi o polacchi programmaticamente omofobi e non lo hanno fatto”.
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