Il caso più grave avvenne nel giugno scorso quando un gatto parzialmente scuoiato apparve nel cimitero di Brindisi. A soccorrerlo furono i volontari dell’associazione AIDAA ma dell’ignoto torturatore non si seppe più niente. Uno dei tanti casi di maltrattamento di animali che è accaduto nel cimitero di Brindisi, dove risiedono alcune colonie storiche di micetti. Avvelenamenti ma anche casi più recenti come la scorribanda quotidiana, afferma AIDAA, di due cani, uno padronale e l’altro randagio.
I mici fanno quel che possono per scampare all’incursione. Dalle arrampicate sugli alberi, fino a nascondersi dove capita tra le tombe. A finire a soqquadro non è solo la tranquillità delle colonie ma anche le postazioni ove viene riposto il cibo.
“Sono mesi che chiediamo un intervento della polizia municipale e della ASL – afferma la responsabile dell’associazione AIDAA Antonella Brunetti – per porre rimedio alla situazione ma fanno orecchie da mercante. I cani che scorazzano liberamente sono due uno dei quali di proprietà e l’altro un randagione, chiediamo che si metta fine a queste scorribande che mettono a repentaglio la vita della colonia dei mici del cimitero”.
Già negli scorsi casi di maltrattamento occorsi nel cimitero, l’AIDAA aveva lamentato l’assenza delle istituzioni.
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