Da metà giugno ad oggi la Guardia di Finanza ha effettuato 22.271 controlli nelle località di vacanza e nelle città d’arte, quasi 500 al giorno, il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso soprattutto nei settori più a rischio durante l’estate: l’abusivismo commerciale, l’evasione fiscale legata alle case vacanza, la contraffazione, il lavoro nero e il caporalato.
Una casa vacanza su due è stata affittata in maniera irregolare. E’ quanto emerge dai controlli effettuati dalla Guardia di Finanza sui proprietari di seconde e terze case nelle località balneari, di montagna e nelle città d’arte nell’ambito degli interventi predisposti in occasione dell’estate. Su 895 controlli effettuati 539 sono irregolari e, di questi, 450 sono risultati affitti in nero. Le regioni dove si sono registrati i casi più numerosi sono Puglia, Toscana e Lazio.
Nell’ambito dei controlli, i finanzieri hanno scoperto dei veri e propri hotel fantasma a Taormina: si tratta di Bed & Breakfast che erano completamente sconosciuti al fisco o appartamenti affittati in nero. I soggetti che li gestivano hanno omesso di dichiarare al fisco oltre 130 mila euro. A Sassari, invece, la Gdf ha scoperto un ‘ospizio-pollaio’: una struttura per anziani del tutto abusiva, sprovvista delle autorizzazioni amministrative, nella quale gli ospiti erano stipati in uno spazio nettamente inferiore a quanto previsto dalla legge. Nella struttura lavoravano anche due collaboratrici in nero.
2.187 sono i venditori abusivi individuati: soggetti che non hanno mai richiesto la licenza, che non hanno mai comunicato al fisco l’inizio dell’attività o che non hanno mai installato i registratori di cassa. Dai dati relativi ai controlli per il periodo estivo, emerge inoltre che sono stati sequestrati 9 milioni e mezzo di prodotti contraffatti, con una media di 210mila al giorno. Complessivamente sono state denunciate 761 persone e scoperte 15 tra fabbriche e depositi clandestini.
Tra le persone individuate anche delle guide turistiche e dei venditori di acqua di dubbia provenienza e conservata in bottigliette senza sigillo, che operavano abusivamente nei pressi del Colosseo. Numerosi, inoltre, i sequestri nei confronti dei venditori di aste per i selfie, ombrellini, braccialetti e souvenir vari. Quanto ai 9,5 milioni di prodotti contraffatti sequestrati – soprattutto giocattoli, capi d’abbigliamento e materiale elettrico – i finanzieri sono partiti dalle spiagge e dalle vie più battute dai turisti nelle città d’arte per poi risalire ai distributori e ai produttori.
Oltre duemila lavoratori sono stati, poi, sottratti allo sfruttamento di datori senza scrupoli. La Guardia di Finanza ha denunciato 51 persone. I 2.080 lavoratori scoperti, tra cui 509 stranieri e 22 minori, o erano senza contratto o venivano pagati in nero. Uno degli ultimi casi scoperti riguarda un’organizzazione di caporali che operava a Verona e che ha portato alla denuncia di 5 persone, mentre altre 42 risultano indagate: c’era chi gestiva le attività cooperative, reclutava i lavoratori – spesso africani – e li sfruttava impiegandoli nei campi con orari massacranti e paghe da fame, c’era il ‘medico’ con il compito di falsificare i certificati e c’erano i dipendenti dell’Inps che assegnavano agli stranieri punteggi di invalidità per riscuotere le pensioni e le indennità accessorie.
Sul fronte stradale dai controlli emerge che un distributore di carburante su cinque è irregolare. Complessivamente sono stati controllati 1.379 distributori in tutta Italia: 330 sono le violazioni constatate delle quali 176 riguardano la disciplina dei prezzi. Cinquantacinque i responsabili delle stazioni denunciati, con il sequestro di oltre mezzo milione di prodotti petroliferi.
“L’estate – dice il comandante generale della Gdf Giorgio Toschi – rappresenta per i cittadini un periodo di riposo e svago e, per molte imprese, anche un momento per fare ossigeno alle proprie entrate”. Ecco perché la Gdf ha potenziato i controlli: “vocazione sociale – aggiunge il generale – significa anche profondere maggiore impegno proprio in periodi come questo, per salvaguardare i principi di libera concorrenza e garantire alla collettività i massimi livelli di sicurezza economico-finanziaria”.