Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) è per la linea dura durante le imminenti festività natalizie per prevenire un’altra impennata di nuovi casi di coronavirus.
Si è appreso, infatti, che il CTS ha chiesto al Governo Conte, in una riunione con il premier, alcuni ministri e i capi delegazione di maggioranza, una sorta di lockdown per tutto il periodo di Natale, prendendo come modello quanto deciso in Germania.
I tecnici hanno spiegato che la nuova stretta è necessaria perché è impossibile da un lato controllare capillarmente il territorio e dall’altro i dati quotidiani sono ancora «preoccupanti», come dimostra il rapporto tra i nuovi casi e i tamponi: 193 ogni 100mila abitanti, mentre il tracciamento si può garantire con 50.
Gli esperto del CTS hanno fatto anche notare che l’Italia ha pur sempre un numero di decessi giornalieri superiore a quello della Germania (con 20 milioni di abitanti in più) e in oltre metà del Paese le strutture sanitarie sono ancora sotto stress. Ecco perché le misure vanno estese per evitare guai peggiori nel mese di gennaio.
All’incontro hanno partecipato il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro.
Teresa Bellanova, ministro dell’Agricoltura e capo delegazione di Italia Viva, su Facebook ha affermato: «Se pur registrando una flessione dell’indice Rt, nei nostri ospedali si continuano a registrare emergenze nelle terapie intensive come nelle aree mediche, con le percentuali ribadite oggi dal CTS nel corso della capidelegazione (il 36% dei posti occupati nelle intensive e il 42% nelle aree mediche) allora è evidente che bisogna agire subito per affrontare e risolvere alla radice queste criticità».
«Vale – ha aggiunto- per gli ospedali come per la sanità territoriale, ulteriore e altrettanto rilevante questione non risolta. Affrontare alla radice il tema significa agire subito con risorse adeguate, ben oltre i 9 miliardi destinati alla Sanità nel Piano nazionale ripresa e resilienza. La soluzione è il Mes, che va attivato senza indugi. Lo dico come ministra di questo governo e come presidente di una forza politica che sin dal primo momento ha affermato con forza l’urgenza di questa priorità. Se quelle risorse fossero già nella nostra disponibilità come avrebbe dovuto essere, oggi avremmo sicuramente avviato il percorso per migliorare e adeguare la nostra sanità».