«Con un variante che ha un R0 di 6, chi non si vaccina prima o poi si infetta nel giro di un anno/un anno e mezzo. Quindi, è urgente che la maggior parte delle persone si vaccinino».
Così a Sky TG24 Andrea Crisanti, docente di microbiologia all’Università di Padova, ospite di ‘Timeline’. «Chiaramente il fatto che i vaccinati possano contagiarsi è un elemento di riflessione – ha aggiunto Crisanti -, probabilmente questi vaccini dovranno essere aggiornati perché non è una buona cosa permettere al virus di trasmettersi in presenza di persone vaccinate: queste ultime rappresentano una pressione selettiva per sviluppare varianti resistenti, quindi è un argomento su cui il mondo scientifico dovrà interrogarsi e probabilmente anche aggiornare tutte le misure di prevenzione. Queste nuove varianti che infettano anche i vaccinati sono un elemento di preoccupazione».
Nei prossimi mesi, ha spiegato Crisanti, da Israele arriveranno i dati per capire se sarà invece sufficiente la terza dose. «L’esigenza della terza dose deriva dall’osservazione che molte persone fragili e anziane si ammalano, nonostante siano state vaccinate pienamente con due dosi, e a volte si ammalano anche in misura grave, sembrerebbe che in qualche modo la vaccinazione stia perdendo effetto. Ora, il problema è che non si sa bene se la vaccinazione sta perdendo effetto perché magari il livello di anticorpi diminuisce oppure perché le nuove varianti, di fatto, sono parzialmente resistenti al vaccino. Questo è un aspetto che dovrà essere prima o poi chiarito, e penso che l’esperienza di Israele ce lo dirà, perché se in Israele, nonostante la terza dose, le persone fragili ed anziane continuano ad ammalarsi, è chiaro che questo vaccino non è in grado proteggerle bene, e allora non le proteggerà neanche la quarta e quinta dose: questo significa che diventa più urgente probabilmente aggiornare i vaccini, piuttosto che fare terze, quarte e quinte dosi».