- Ippolito (Spallanzani): «Molte attività da precludere a chi non fa il vaccino».
- Ippolito consiglia di usare i social influencer per invitare a vaccinarsi.
- Per l’eserto «serviranno tanti vaccini anti Covid-19 e diversi».
Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, intervistato da La Repubblica, ha affermato: «Ho fiducia che gli italiani abbiano capito l’importanza del vaccino. L’adesione al distanziamento, che da noi è elevata, dimostra che se le cose sono spiegate chiaramente, vengono capite».
Sulla possibilità di introdurre una patente di immunità, per incentivare la popolazione a vaccinarsi, Ippolito ha detto: «Molte attività dovranno essere precluse a chi non è vaccinato: ristorante, cinema, stadio, aereo. Le misure potranno essere adottate quando il vaccino sarà disponibile per tutti, altrimenti sarebbero un fattore discriminante. Un bel vaccino prima delle ferie ci permetterebbe di fare le vacanze con meno pensieri, e magari anche un bel viaggio all’estero».
Ippolito ha poi parlato di «5 tipi di persone: chi pensa di non essere a rischio di ammalarsi; chi non capisce o non vuole capire l’importanza della vaccinazione come atto civico; chi ha dubbi sulla sua efficacia; chi ha paura degli effetti collaterali; chi pensa che sia stato sviluppato troppo alla svelta».
Come affrontare le esitazioni? «Questo non è il mio campo – ha affermato Ippolito – Posso dire che in Africa si coinvolgono soprattutto i leader religiosi. Anche negli Usa il pastore che nel sermone ti invita a vaccinarti, e magari ospita la vaccinazione nei locali della chiesa, può convincere più persone di una costosa campagna sui media. Si potrebbero coinvolgere anche gli influencer sui social media».
Infine, l’esperto ha ricordato: «Serviranno tanti vaccini, e diversi. Non è detto che basterà vaccinarsi una volta e saremo a posto per sempre. Uno degli scenari più verosimili è che il virus diventi endemico e tutti noi con vaccini e infezioni naturali acquisiremo livelli crescenti di immunità sino a limitare le forme gravi. La malattia diventerebbe una sorta di influenza».
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