Giorgio Palù, presidente di AIFA (Associazione Italiana del Farmaco), intervistato dal Corriere della Sera, ha spiegato che per sconfiggere davvero il coronavirus bisogna vaccinare tutto il mondo.
“I vaccini restano l’arma principale per evitare la malattia, specie se adottati su base universale”, ha spiegato il virologo del Comitato Tecnico Scientifico (CTS). Palù prevede “un futuro caratterizzato da composti aggiornati sulle varianti che preoccupano, uno scudo molto forte, somministrabili a scadenza stagionale non ravvicinata”.
Il vaccino, infatti, va aggiornato perché “il coronavirus che circola da almeno due anni è notevolmente mutato rispetto al ceppo originario di Wuhan contro il quale sono stati costruiti tutti i prodotti finora autorizzati. Di conseguenza è progressivamente diminuita la loro efficacia protettiva. Resta fondamentale completare il ciclo vaccinale con la terza dose che abbatte significativamente il rischio di ricovero in ospedale e di morte”.
Per Palù, però, ha “poco senso” pensare all’immunità di gregge perché “viviamo in un mondo globalizzato” e, quindi, non la raggiungeremo mai”, al contrario di quanto detto recente dall’infettivologo Matteo Bassetti.
“Meglio prendere come riferimento la protezione dalla malattia, dal Covid e ricordare come pochissimi vaccini garantiscano una barriera così alta come quella eretta dai vaccini a mRNA che hanno mostrato, appena utilizzati, un’efficacia del 95%”, ha detto Palù.
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