Gli attuali vaccini anti Covid-19 sono basati tutti sulla versione originale del Sars-CoV-2. Il coronavirus, però, continua a mutare e la variante ‘super contagiosa’ di Omicron – e le sue sottovarianti – continuano a rappresentare una minaccia.
Come spiegato su Lapresse, casa farmaceutica Moderna, prima dell’arrivo di Omicron, stava studiando un vaccino combinato per aggiungere protezione contro la variante precedente, la Beta. E proprio oggi, martedì 19 aprile, Moderna ha dichiarato che coloro che hanno ricevuto il vaccino combinato beta-originale hanno generato più anticorpi in grado di affrontare molteplici varianti, tra cui Omicron, rispetto alle dosi di richiamo attualmente somministrate.
L’obiettivo di Moderna è produrre un’iniezione combinata che abbia come bersaglio specifico Omicron: “Questi risultati ci danno davvero la speranza che il prossimo passo funzionerà ancora meglio”, ha affermato la dott.ssa Jacqueline Miller, vicepresidente di Moderna. Da considerare, comunque, che i dati odierni, diffusi online, non sono stati verificati da esperti indipendenti.
Come risaputo, i vaccini anti Covid-19 forniscono ancora una protezione degna di nota contro la malattia grave, l’ospedalizzazione e la morte, anche contro Omicron. Questa variante, però, è così diversa dal coronavirus originale che aggira più facilmente le difese del sistema immunitario, sebbene studi compiuti negli Stati Uniti e altrove indichino che una dose di richiamo aumenta la protezione.
In relazione a ciò, alcuni esperti hanno chiarito che somministrare richiami (booster) ogni pochi mesi non è la risposta giusta contro il coronavirus e si sta cominciando a riflettere su quando e se cambiare ‘la ricetta’ del vaccino.
Tuttavia, passare a un vaccino che prenda di mira la variante più ricente del coronavirus è rischioso perché potrebbe mutare di nuovo. Quindi, sia Moderna che Pfizer stanno testando i vaccini bivalenti, cioè un mix del vaccino originale di ciascuna azienda e una versione mirata a Omicron. Questo tipo di vaccino dovrebbe funzionare sulla variante attuale perché comprende quattro mutazioni che le varianti Beta e Omicron hanno in comune. Studi sono, comunque, in corso e i risultati sono attesi per fine giugno.