Una nuova variante del Covid-19, denominata BA.2.86 o ‘Pirola‘, sta attirando l’attenzione a livello globale. Con ben 40 mutazioni che potrebbero compromettere la risposta immunitaria, e due di esse che potrebbero incrementarne la diffusibilità, questa variante è attualmente sotto il microscopio delle autorità sanitarie e degli esperti. L’Unità di Statistica Molecolare e di Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma e il Dipartimento Scienze Mediche dell’Università di Sassari hanno gettato luce su questa emergente minaccia attraverso un recente articolo pubblicato sul Journal of Medical Virology.
Mutazioni Potenzialmente Pericolose
La variante ‘Pirola’ è caratterizzata da ben 40 mutazioni, alcune delle quali potrebbero compromettere la risposta immunitaria del corpo umano. Tuttavia, due mutazioni in particolare destano preoccupazione per la loro possibile influenza sulla diffusibilità del virus. Queste mutazioni si trovano sulla proteina Spike, che svolge un ruolo cruciale nell’infezione e nella risposta immunitaria. Una di esse ricorda la variante originale di Wuhan, mentre l’altra presenta somiglianze con la variante Delta, precedentemente dominante.
Diffusione Globale e Difetti Epidemiologici
La variante ‘Pirola’ è emersa inizialmente in Danimarca il 24 luglio, ma da allora è stata rilevata anche in Sud Africa, Stati Uniti, Israele e Regno Unito. Ciò che preoccupa gli esperti è il fatto che, a differenza di altre varianti, non è stato identificato un legame epidemiologico tra i diversi casi. In altre parole, i casi non sembrano avere alcuna connessione tra loro o con il caso iniziale. Questo aspetto rende la variante ancora più misteriosa e difficile da tracciare.
Analisi Preliminare
Attualmente, sono stati sequenziati solo 10 genomi della variante ‘Pirola’, e sebbene siano stati rilevati nuovi mutamenti rispetto all’antenato presunto BA.2, non vi è ancora una base solida per considerare questa variante come una minaccia significativamente preoccupante. Gli esperti sottolineano che ulteriori dati sono necessari per determinare se questa variante rappresenti un serio rischio per la salute pubblica.
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