Come purtroppo sappiamo, per proteggerci dal coronavirus, apparso per la prima volta in Cina nel dicembre 2019, non esiste al momento né una cura specifica né un vaccino efficace. Solo l’isolamento rigoroso, il distanziamento sociale e il rispetto delle misure igieniche sembrano funzionare. Gesti che ormai tutti conosciamo: tossire o starnutire sul gomito, evitare di toccarsi il viso, lavarsi le mani spesso e mantenere le distanze. Poi, c’è la mascherina.
Quest’ultima, però, non è una raccomandazione semplice da seguire, data la carenza di mascherine. Tra l’altro, le mascherine FFP2 (che proteggono chi le indossa dal 94% delle particelle fino a una dimensione di 0,6 micrometri) e quelle chirurgiche (che proteggono gli alltri dalle goccioline contaminate) dovrebbero soprattutto essere riservate agli operatori sanitari. Poi, ci sono anche delle mascherine alternative che filtrano tra il 70% e il 90% di particelle di 3 micrometri, magari da consegnare ai professionisti che ogni giorno sono a stretto contatto con molta gente.
Invece, per tutti gli altri, si raccomandano anche le maschere di stoffa fatte in casa. Poi, bisogna lavarsi le mani dopo averle usate e non vanno toccate o spostate una volta regolate. Inoltre, vanno rimosse dal retro. Misure che ci servono per prepararci alla fase due, quella del de-confinamento (la ormai famosa fase 2), un periodo durante il quale, però, il coronavirus continuerà a circolare nella popolazione.
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