Per Attilio Fontana e Luca Zaia, i governatori di Lombardia e Veneto, neanche le nuove misure adottate ieri dal Governo sarebbero necessarie per contenere l’epidemia di coronavirus nelle rispettive Regioni.
Zaia, infatti, ha affermato: «Piuttosto che protrarre un’agonia che dura mesi, credo sia meglio arrivare a una chiusura totale, così da bloccare definitivamente il contagio». E subito dopo, ai microfoni di Rainews24, dopo avere incontrato i 12 sindaci dei capoluoghi lombardi, Fontana ha detto: «Credo sia utile per la salute dei nostri cittadini, ma anche per l’economia. Zaia ha usato il termine giusto: piuttosto che rinviare un’agonia non dando via libera a una ripresa a tempo pieno e con la massima energia della nostra economia, meglio fare un sacrificio di una o due settimane in cui si blocca tutto, ma ci si libera da questo virus definitivamente per poi ripartire con entusiasmo, invece di questo stillicidio di divieti parziali, poi revocati, poi allargati. Bisogna prendere il toro per le corna».
Entrambi chiedono al Governo di chiudere negozi, uffici e trasporti ad eccezione degli alimentari e dei servizi pubblici essenziali, come la raccolta dei rifiuti. I due hanno incassato anche il sostegno di CGIL, CISL e UIL Lombardia.
Sullo stesso argomento è intervenuto su Facebook anche Matteo Salvini, il leader della Lega, che ha detto: «Amici, esco preoccupato dall’incontro col governo. Abbiamo portato al tavolo le richieste di famiglie, lavoratori e imprese, che chiedono misure forti, drastiche, subito: chiudere tutto adesso per ripartire sani. La risposta è stata ‘no’».
«Rimangono – ha proseguito l’ex Ministro dell’Interno – tutte le incertezze che preoccupano i cittadini. Temo venga sottovalutata la gravissima emergenza sanitaria che sta estendendosi a tutte le regioni. Ribadiamo: tutto quello che non è strategico va chiuso, eccetto alimentari, sanità, sicurezza. Occorre anche un intervento straordinario per i sindaci. Occorrono cifre e misure certe per garantire il mondo produttivo e delle partite Iva, posti di lavoro, risparmi». «Sullo sfondo di tutto c’è il silenzio dell’Europa, che pensa più al MES che al virus e che dimostra ancora una volta la sua lontananza dagli italiani», ha concluso il leghista.
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