Giallo sui voli da e per la Cina. Tutto è cominciato quando è stato diffuso un comunicato dal ministero degli Esteri cinese, riportato dall’agenzia di stampa Xinhua, secondo cui l’Italia sarebbe d’accordo «a riprendere in via temporanea» alcuni voli con il Paese, dove l’epidemia del coronavirus è ancora in corso e i morti crescono ogni giorno.
L’agenzia di stampa, nel dettaglio, si è riferita ha un incontro tra il viceministro Qin Gang e l’ambasciatore italiano a Pechino, Luca Ferrari.
Stando alla nota, il viceministro cinese ha sottolineato come «la decisione unilaterale dell’Italia di fermare i voli senza aver prima contattato la Cina ha comportato gravi disagi per i viaggiatori di entrambi i paesi, con molti cittadini cinesi ancora bloccati in Italia». Di conseguenza, il governo di Pechino ha invitato quello di Roma a rispondere alle «ragionevoli preoccupazioni» della Cina e ad «annullare il prima possibile la decisione di sospendere i voli». Come risposta, «Ferrari ha espresso comprensione per la situazione in cui si trovano i cittadini cinesi bloccati in Italia», dicendo che l’Italia «è pronta ad approvare la ripresa di alcuni voli dietro richiesta delle compagnie aeree cinesi e ad adoperarsi per normalizzare gli scambi tra i due Paesi».
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La polemica politica è scattata subito con una nota di Deborah Bergamini, vice presidente della Commissione Trasporti alla Canera e responsabile Trasporti, Tlc e Poste di Forza Italia: «Di Maio vuole riaprire i voli con la Cina? Secondo l’agenzia Xinhua, Italia e Cina avrebbero raggiunto un accordo per riprendere alcuni voli diretti con la Cina. A raggiungere l’intesa sarebbero stati il nostro ambasciatore a Pechino e il vice ministro degli esteri cinese. Visto che il Parlamento non è stato informato di questa iniziativa, chiediamo al Governo di fare chiarezza su questo punto e assumersi pubblicamente la responsabilità di questa scelta».
Il ministero della Salute, in una nota, ha però chiarito: «I voli tra Italia e Cina resteranno chiusi così come previsto dall’ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza il 31 gennaio scorso. È quanto è stato confermato dalla riunione di stamattina della task force sul coronavirus nCov-2019, che si è svolta alla presenza dello stesso ministro Speranza. Inoltre, «si continuerà a lavorare per implementare le misure già attivate nelle ultime settimane», si legge ancora nella nota.