Gli scienziati veterinari hanno raccomandato ai proprietari dei gatti di tenerli in casa per prevenire la diffusione del coronavirus. Come, però, riportato dalla BBC, la British Veterinary Association, BVA, ha sottolineato che «i proprietari non devono preoccuparsi» del rischio di contagio dagli animali domestici.
«Non esiste un singolo caso di un cane o un gatto che infetta un essere umano con il Covid-19», ha spiegato il dott. Angel Almendros, della City University di Hong Kong. La ricerca ha dimostrato che i gatti potrebbero risultare positivi al coronavirus per via di altri gatti. L’esperto ha anche aggiunto che sarebbe sensato tenere i gatti in casa durante l’epidemia.
La presidente della BVA Daniella Dos Santos ha dichiarato a BBC News di essere d’accordo con questo consiglio. Tuttavia, si raccomanda di tener in casa i gatti «solo se qualcuno in casa ha manifestato i sintomi» e non a prescindere. Inoltre, ogni proprietario di un animale domestico dovrebbe «praticare una buona igiene delle mani» perché «il pelo di un animale potrebbe trasportare il coronavirus per un certo periodo se l’animale dovesse entrare in contatto con un contagiato», rimarcando però che «gli animali non si ammalano».
«Come nel precedente focolaio di Sars-Cov a Hong Kong, nel 2003, dove un certo numero di animali domestici è risultato infetto ma senza ammalarsi, non ci sono prove che cani o gatti possano manifestare sintomi preoccuoanti o infettare le persone», ha aggiunto l’esperta.
Pare che i gatti siano sensbili alle infezioni trasmesse tramite le goccioline respiratorie, ovvero le particelle di virus sospese nell’aria e provenienti da chi tossisce e starnutisce. Ora, in Belgio è risultato positivo di recente al coronavirus un gatto circa una settimana dopo la manifestazione dei sintomi nel suo proprietario. In relazione a ciò, gli scienziati in Cina hanno effettuato dei test di laboratorio da cui sono derivate le prove di gatti infetti che trasmettono il virus ad altri felini. Tra l’altro, bisogna menzionare anche il caso della tigre infetta allo zoo del Bronx, a New York.
Ci sono, poi, anche prove che gli esseri umani possono trasmettere infezioni respiratorie alle scimmie selvagge e ciò rende la diffusione globale del Covid-19 una preoccupazione per gli ambientalisti che lavorano per proteggere gli animali in pericolo di estinzione, compresi i gorilla. In tutti questi casi, comunque, sono gli esseri umani infetti a costituire la minaccia per altre specie.
Il dott. Almendros ha aggiunto: «Sappiamo che il virus ha fatto il salto da un animale all’uomo. Ma, ha spiegato, questo sembra essere associato alle persone che mangiano quegli animali. Non ci sono prove che gli animali domestici possano restituire la malattia agli esseri umani». In poche parole, se ci sentiamo male, interagiamo di meno con i nostri animali domestici, per non farli ammalare. Ma non c’è paura che possa succedere il contrario.