Il presidente sudcoreano Yoon Seok-yeol ha dichiarato la legge marziale, una misura straordinaria che limita le libertà civili e consolida il potere militare per gestire una presunta emergenza nazionale. In un discorso ufficiale, Yoon ha dichiarato: “Per salvaguardare la Corea del Sud dalle minacce poste dalle forze comuniste della Corea del Nord e per eliminare gli elementi anti-Stato, dichiaro la legge marziale di emergenza”.
Questa decisione drastica è stata presa in risposta alle accuse rivolte all’opposizione di pianificare un impeachment e di avere legami con la Corea del Nord, destabilizzando il governo attraverso presunte attività anti-statali.
La legge marziale ha introdotto una serie di restrizioni significative:
Chiunque violi queste disposizioni sarà soggetto ad arresto, perquisizione e sequestro senza necessità di un mandato.
La proclamazione della legge marziale ha portato a una situazione di stallo all’Assemblea Nazionale, il parlamento unicamerale del Paese. Secondo l’agenzia Yonhap, forze militari hanno bloccato l’accesso all’edificio, impedendo ai deputati di svolgere le loro funzioni. Circa 70 membri del principale partito di opposizione si trovano ancora all’interno, mentre altri si sono radunati fuori.
Il deputato Hong Kee-won, intervistato dalla BBC, ha dichiarato che il presidente dell’Assemblea, Woo Won-shik, tenterà di indire una votazione per revocare la legge marziale. Tuttavia, all’interno del parlamento sono già presenti forze speciali, rendendo incerto l’esito della situazione.
La mossa del presidente Yoon mira a risolvere uno stallo politico che paralizza il Paese da oltre due anni. Il parlamento sudcoreano è controllato dall’opposizione, che ha ostacolato l’approvazione della legge di bilancio e altre misure legislative. Yoon ha accusato l’opposizione di collusione con la Corea del Nord, etichettandola come una minaccia alla sicurezza nazionale.
Questa situazione riflette una divisione politica profonda che sta minando la stabilità istituzionale della Corea del Sud.
La proclamazione della legge marziale ha attirato l’attenzione della comunità internazionale, con preoccupazioni per i diritti civili e la democrazia nel Paese. Organizzazioni per i diritti umani hanno espresso timori per la libertà di stampa e l’uso delle forze armate per reprimere il dissenso. La Corea del Sud, una delle democrazie più consolidate dell’Asia, rischia ora di essere percepita come uno stato in crisi istituzionale.