Il 17enne fermato per l’omicidio di Candido Montini, ex vicesindaco di Garzeno e titolare di un negozio di alimentari, ha confessato il delitto avvenuto il 24 settembre. Durante l’interrogatorio, il giovane ha ammesso le sue responsabilità davanti alla giudice per le indagini preliminari del Tribunale per i minorenni di Milano, Irina Alice Grossi, che ha convalidato il fermo e disposto la custodia cautelare in carcere per omicidio volontario e rapina.
Il movente alla base dell’omicidio sembra legato a una lite avvenuta il giorno prima del delitto: Montini avrebbe rifiutato di cambiare al ragazzo una somma di 300 euro in banconote false. Il gesto avrebbe innescato la furia del 17enne, che ha poi colpito Montini con una ventina di coltellate.
Le indagini condotte dai Carabinieri del Nucleo investigativo di Como hanno portato al fermo del giovane grazie alle tracce biologiche trovate sull’arma del delitto, un coltello da cucina abbandonato nelle vicinanze della casa della vittima. Sull’arma, oltre che sulla scena del crimine, erano presenti impronte digitali del ragazzo, confermando la sua presenza sul luogo.
Secondo la presidente del Tribunale per i minorenni di Milano, Maria Carla Gatto, questa vicenda evidenzia un profondo e allarmante disagio sociale tra i giovani. “Anche questa tragica vicenda,” dichiara Gatto, “che segue a breve distanza di tempo altri eventi parimenti drammatici che hanno come protagonisti giovani appartenenti a famiglie inserite nel contesto sociale, evidenzia un gravissimo e allarmante disagio che non viene tempestivamente intercettato né dalla famiglia, né dalla scuola, né dalle diverse agenzie del territorio”.