Il 21 maggio scorso si è svolta la finale di ritorno del play out tra Cosenza e Vicenza, terminata due a zero per i calabresi. Quindi, i cosentini hanno conquistato la permanenza in Serie B e i vicentini sono stati retrocessi in Serie C.
Pochi minuti dopo quell’incontro, una conduttrice di una TV locale del Veneto, replicando a un bambino che, al microfono dell’inviato, ha detto: “Lupi si nasce” (il lupo è il simbolo del Cosenza), ha detto: “Non ti preoccupare che venite anche voi qui in Pianura a cercare qualche lavoro da noi”. Una frase a sfondo razzista che ha scatenato molte polemiche. A pronunciarla Sara Pinna, con il sostegno anche dell’inviato allo stadio Marulla: “Non male”, il giudizio.
ll papà del piccolo, sui social media, ha scritto, rivolgendosi alla conduttrice: “Lei ha dimostrato di essere poco sportiva oltre che ignorante e con non pochi pregiudizi. Prima di parlare è necessario pensare bene a ciò se dice, perché lei non sa cara Sara Pinna, che Domenico è figlio di due imprenditori calabresi che amano la propria terra. E lei con la sua qualifica da giornalista dovrebbe ben sapere e dimostrare a coloro a cui si rivolge cosa sono etica e morale, due qualità a lei a quanto pare sconosciute. La invito senza rancore a visitare la Calabria. Nessuno nasce ignorante, alcuni decidono di diventarlo. Vorrei ricredermi e sperare che non sia il suo caso”.
E Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, ha affermato: “Questa ‘giornalista’ si èrivolta ad un bambino calabrese di 7 anni – che esultava per la vittoria del Cosenza – con l’ennesima frase razzista. Mi chiedo come si possa ridurre la bellezza dello sport a tanta violenza verbale come avvenuto nelle ultime settimane. Auspico che l’ordine dei giornalisti prenda immediatamente provvedimenti, e che qualcuno – umilmente – inizi a chiedere scusa pubblicamente”.
Le scuse della conduttrice
Sara Pinna si è scusata: “È stata un battuta infelice che potevo evitare e che ha dimostrato una mancanza di tatto e di gentilezza. Mi scuso con il bambino, con la famiglia e con tutti coloro che si possono essere sentiti offesi”.
L’emittente ha ricordato che “subito dopo l’ultima puntata di Diretta Biancorossa, andata in onda il 20 maggio, la conduttrice della trasmissione ha espresso le sue scuse sui canali social, riconoscendo l’errore in modo chiaro ed evidente. Scuse accettate dal padre del bambino e da alcuni gruppi di tifosi cosentini, come dimostrano i post sui social network. Dieci giorni dopo la partita tra il Cosenza e il Lanerossi, che ha decretato la salvezza dei calabresi e la retrocessione dei vicentini, quella battuta infelice è diventata un caso mediatico nazionale”.
“Ribadisco le mie scuse al bambino, alla sua famiglia, ai tifosi del Cosenza e a tutti coloro che si sono sentiti offesi per una frase sbagliata che non rispecchia in alcun modo il mio pensiero e la mia sensibilità – ha aggiunto la conduttrice – io stessa sono di origini sarde, in Veneto per lavoro dei miei genitori, quindi non vi erano in me le intenzioni maligne che mi vengono attribuite dai numerosi commenti sui canali social, molti dei quali hanno oltrepassato ogni limite di decenza e di legge, ma di questo si occuperà nelle sedi opportune la magistratura”.
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