Florida, Stati Uniti d’America. Richard DeLisi stava scontando una pena detentiva di 90 anni per avere venduto la marijuana. Ha perso la moglie, il figlio di 23 anni ed entrambi i genitori. La sua figlia più grande ha avuto un terribile incidente d’auto e ha subito un ictus paralizzante. E non ha mai incontrato i suoi due nipoti.
Oggi, però, come raccontato da CBSNews.com, il 71enne è uscito di prigione martedì scorso, 8 dicembre, privo di risentimento e ha potuto riabbracciare la sua famiglia in lacrime. Infatti, dopo avere scontato 31 anni di carcere, ora vuole recuperare il tempo perduto. DeLisi, tra l’altro, era il detenuto che, per più tempo, si trovava in carcere in assoluto per la vendita di cannabis, come sostenuto da Last Prisoner Project, associazione che si è data da fare per il rilascio. DeLisi, così, ha potuto incontrare per la prima volta le sue nipote di 1 e 11 anni.
L’uomo, in un’intervista telefonica rilasciata ad Associated Press, ha detto: «Sono un essere umano benedetto, un sopravvissuto», mentre si trovava nel parcheggio del suo fast food preferito, guardando le nipoti ridere che stavano facendo rimbalzare una palla.
DeLisi fu condannato a 90 anni per traffico di marijuana nel 1989 quando aveva 80 anni, anche se la pena tipica era di 12 – 17 anni. Ritiene di essere stato preso di mira perché il giudice pensò che facesse parte della criminalità organizzata in quanto era un italiano di New York. L’uomo, però, si è detto non arrabbiato e preferisce non soffermarsi sui ricordi perduti e sul tempo che non recupererà mai ma vuole cogliere ogni occasione per esprimere gratitudine e speranza.
DeLisi ha detto: «La prigione mi ha cambiato. Non ho mai saputo veramente chi fosse Dio e ora lo so e ha cambiato il modo in cui parlo e tratto le persone». Quando l’allora 40enne hipster, con uno spiccato accento italiano, entrò per la prima volta in prigione, era analfabeta e imparò in prigione a leggere e a scrivere. Oggi vuole occuparsi del rilascio di altri detenuti mediante la sua associazione FreeDeLisi.com: «Il sistema deve cambiare e farò del mio meglio per essere un attivista».
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