La Banca Progetto, istituto di credito con sede a Milano, è stata commissariata dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano per aver concesso oltre 10 milioni di euro in finanziamenti a società legate alla ‘ndrangheta. Secondo le indagini condotte dalla Guardia di Finanza e coordinate dal pm Paolo Storari, i finanziamenti erano garantiti dal Fondo Centrale di Garanzia, un meccanismo di supporto statale creato per sostenere l’economia durante la pandemia da Covid-19 e l’aggressione della Russia contro l’Ucraina.
Il procuratore di Milano, Marcello Viola, ha dichiarato che l’analisi dei “fascicoli bancari” ha dimostrato come la Banca Progetto abbia erogato finanziamenti, aggirando le normative antiriciclaggio, a favore di società pienamente inserite in dinamiche criminali. Tra queste, diverse erano coinvolte in reati come il trasferimento fraudolento di valori, spesso aggravato dal metodo mafioso. Le società in questione sono risultate collegate alla “locale” di ‘ndrangheta di Legnano/Lonate Pozzolo. Le indagini hanno evidenziato criticità nell’operatività della banca, che ha mantenuto rapporti con soggetti indagati per gravi delitti.
I giudici di Milano, nel loro provvedimento, hanno sottolineato come il “modus operandi” di Banca Progetto abbia determinato il trasferimento del rischio di insolvenza allo Stato, in quanto i finanziamenti, assistiti da garanzie statali, sono stati erogati a società legate alla ‘ndrangheta. In questo modo, il denaro dello Stato è finito nelle casse delle consorterie criminali, generando guadagni illeciti.
La Banca Progetto, guidata dall’amministratore delegato Paolo Fiorentino e controllata dall’americana Oaktree Capital Management, ha registrato una crescita significativa negli ultimi anni. Nel 2023 ha chiuso con un utile netto di 71,9 milioni di euro, in aumento rispetto ai 52 milioni dell’anno precedente. Tuttavia, nonostante i risultati positivi, le indagini hanno rivelato che parte dei finanziamenti erogati dalla banca sono finiti in mano a società criminali.
Tra i principali protagonisti dell’indagine c’è Maurizio Ponzoni, figura vicina alla ‘ndrangheta, che ha ottenuto, attraverso società a lui riconducibili, 10 milioni di euro di finanziamenti. Ponzoni, durante un’udienza, ha dichiarato: “Secondo me, se Banca Progetto prendeva il mio nome e cognome, faceva una … diceva ‘lasciamo stare tutto'”. I giudici hanno definito questo comportamento emblematico del mancato controllo da parte dei funzionari della banca, che non hanno attivato verifiche nonostante le numerose informazioni disponibili sulle attività illecite di Ponzoni.