Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di microbiologia all’Università di Padova e consulente del governatore del Veneto Luca Zaia, ha commentato l’esplosione di alcuni focolai di coronavirus in Italia, in particolare a Genova, Mondragone e Bologna.
«È ciò che avevamo previsto – ha detto l’esperto a Repubblica – Ci aspettavamo di avere a che fare, passata l’ondata principale della pandemia, con questi focolai. Del resto il virus non se ne è andato».
Crisanti ha aggiunto: «La malattia circola, in un giorno ci sono stati 180 mila casi. Chi non ha fatto il lockdown ha problemi. Basta vedere la Svezia. Oppure il Brasile, dove sta succedendo un disastro non paragonabile alla situazione italiana. Lì il problema è che troppe persone non hanno il medico».
Il microbiologo ha spiegato che «il problema con questa malattia è che si diffonde molto rapidamente» e quindi «la chiusura deve essere tempestiva». Ad esempio, la Germania ha bloccato due distretti dopo i focolai nei mattatoi.
Per Crisanti c’è oggi meno paura del virus ma «gli italiani hanno avuto messaggi contraddittori dai politici, che non hanno dato il buon esempio» perché «prima si dice che siamo in pericolo, poi che bisogna sbrigarsi a riaprire tutto perché l’economia è la cosa più importante. Qui in Veneto un giorno si chiede di far ripartire le discoteche e quello dopo si invita a stare attenti».
Per l’esperto bisogna insistere sul messaggio «che il virus circola ancora ed esiste un certo livello di rischio, come i casi di questi giorni stanno a dimostrare».