- Un 58enne è stato condannato a 2 anni di reclusione a Chieti.
- Ha vessato la moglie in modi, anche impedendole di dormire a letto perché russava.
- L’uomo la prendeva calci quando non gli faceva trovare la cena pronta.
Un uomo di 58 anni, di Chieti, ha vessato la moglie in molti modi e l’ha persino costretta a dormire sul pavimento per anni perché russava.
Il 58enne, ha patteggiato due anni di reclusione (con pena sospesa) dinanzi al GUP del tribunale di Chieti, Andrea Di Bernardino. Oltre che di maltrattamenti in famiglia, l’uomo era accusato di aver distrutto l’auto di lei, andando a sbattere per due volte con la propria macchina contro quella della moglie.
La donna ha denunciato vari episodi di violenza subiti: botte, calci, insulti anche davanti alla figlia minorenne. Lui l’ha inseguita con un attrezzo da giardino, minacciandola di morte. E poi l’ha obbligata a uscire dal letto coniugale, perché russava, impedendole al contempo di riposare su una poltrona o un divano o in un’altra stanza: doveva stare sul pavimento.
Come riporta Il Centro, è emerso dalle indagini «un quadro di relazioni domestiche improntato alla unilaterale sopraffazione morale e materiale da parte del marito, che si esprime nella continua denigrazione e umiliazione della moglie, deprivata del proprio ruolo familiare e perfino della propria dignità, nonostante si tratti di persona attiva e autosufficiente».
Le condizioni di vita della donna sono peggiorate quando ha chiesto la separazione: «L’uomo le sferrava un calcio alla gamba per il fatto che era tornata tardi dal lavoro e dunque non gli aveva fatto trovare la cena pronta», si legge negli atti. Nei verbali sono state riportate anche le frasi che il marito rivolgeva alla moglie, come «adesso faccio un tragedia, tu a stasera ci vuoi arrivare?» e «stai zitta, sono bevuto e non sono padrone di me, posso fare qualsiasi cosa».
Infine, quando la donna ha manifestato la volontà di lasciare l’uomo, il 53enne «ha imposto alla moglie e alla figlia di andare via di casa e, successivamente, utilizzando la propria macchina come ariete, ha volontariamente danneggiato, colpendola più volte fino a distruggerla, l’auto della moglie».
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