Dopo 471 giorni di guerra, la Striscia di Gaza ha visto finalmente l’entrata in vigore del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, accordo mediato da Stati Uniti, Qatar ed Egitto.
L’attesa tregua, inizialmente prevista per le prime ore del mattino, ha subito un ritardo di quasi tre ore a causa di difficoltà “tecniche sul campo” da parte di Hamas, legate alla comunicazione dei nomi dei tre ostaggi che sarebbero stati rilasciati in giornata. L’ufficio del primo ministro israeliano ha confermato l’inizio della tregua alle ore 11.15 locali (10.15 italiane).
Il rilascio degli ostaggi
Le prime persone a riabbracciare le proprie famiglie sono Romi Gonen, 24 anni; Emily Damari, 28 anni; e Doron Steinbrecher, 31 anni, rapite il 7 ottobre 2023 durante l’attacco di Hamas contro Israele, che provocò circa 1.200 vittime. I tre ostaggi saranno consegnati alla Croce Rossa all’interno della Striscia di Gaza, per poi essere trasferiti in punti di accoglienza in Israele con mezzi militari o elicotteri, in base alle condizioni sul campo. Le autorità militari informeranno le famiglie in ogni fase del trasferimento, mentre l’annuncio ufficiale avverrà solo dopo il loro arrivo nei centri di accoglienza israeliani.
Le reazioni politiche e le dimissioni nel governo israeliano
L’accordo sul cessate il fuoco ha suscitato reazioni contrastanti nel panorama politico israeliano. Il ministro per la Sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir, ha annunciato le sue dimissioni, seguito dagli altri due ministri del partito ultranazionalista Otzma Yehudit, Yitzhak Wasserlauf e Amihai Eliyahu. Nonostante la ferma opposizione, il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha dichiarato di voler rimanere in carica, pur manifestando la sua intenzione di “rovesciare il governo Netanyahu” qualora non si tornasse a combattere per ottenere il controllo totale della Striscia di Gaza.
Il bilancio del conflitto
Nei raid aerei condotti nelle ultime ore prima del cessate il fuoco, almeno 10 palestinesi sono morti e altri 25 sono rimasti feriti. I 15 mesi di guerra hanno causato, secondo i numeri forniti dal Ministero della Salute di Hamas, la morte di quasi 47.000 persone, con oltre 110.725 feriti, lasciando la popolazione di Gaza in condizioni umanitarie disperate.
Le reazioni della popolazione di Gaza
L’annuncio della tregua ha scatenato festeggiamenti nelle strade di Khan Younis e di altre città della Striscia, con migliaia di persone che hanno sfilato sventolando bandiere palestinesi e intonando slogan. Tuttavia, la gioia si mescola alla consapevolezza della distruzione: molti sfollati sono tornati nei propri quartieri solo per trovare macerie al posto delle loro abitazioni. “Le nostre case sono state spazzate via, quindi monteremo una tenda e resteremo nel nostro quartiere, così potremo sentire che siamo tornati a casa”, ha dichiarato Saleem Nabhan, intervistato dalla BBC.
L’appello di Papa Francesco
In merito alla tregua, Papa Francesco ha espresso la speranza che venga rispettata e che tutti gli ostaggi possano presto tornare a casa. “Auspico che, quanto concordato, venga rispettato subito dalle parti e che tutti gli ostaggi possano tornare finalmente a casa per riabbracciare i loro cari. Prego tanto per loro e per le loro famiglie”, ha dichiarato all’Angelus in Piazza San Pietro. Il Pontefice ha anche invocato l’aiuto della comunità internazionale per favorire la soluzione dei due Stati e portare speranza alle popolazioni coinvolte.
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