- Riunione tra i tecnici dell’AIFA e il Ministero della Salute su AstraZeneca.
- Marco Cavaleri (EMA) ha confermato il legame tra vaccino e coaguli di sangue rari.
Oggi, martedì 6 aprile, nel tardo pomeriggio, ci sarà una riunione tra i tecnici dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) e il Ministero della Salute in merito ad eventuali ulteriori indicazioni sull’utilizzo del vaccino di AstraZeneca.
Tuttavia, per prendere una decisione, si attenderà il pronunciamento dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA), atteso entro giovedì, sull’eventuale correlazione tra il vaccino e gli eventi trombotici segnalati in vari Paesi.
A proposito di EMA, intervistato da Il Messaggero, Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini dell’Agenzia europea dei medicinali, ha affermato: «Ora è sempre più difficile affermare che non vi sia un rapporto di causa ed effetto tra la vaccinazione con Astrazeneca e casi molto rari di coaguli di sangue insoliti associati a un basso numero di piastrine».
Cavaleri ha spiegato che il lavoro di valutazione è ancora «lontano dall’essere concluso», «questa settimana inizieremo a dare delle definizioni preliminari, ma difficilmente arriveremo a indicare dei limiti di età come hanno fatto vari Paesi. Per la semplice ragione che noi siamo un’agenzia regolatoria e dobbiamo avere dati molto precisi sul rapporto rischio-benefici», «le agenzie di salute pubblica che gestiscono le varie campagne di vaccinazioni hanno diverse opzioni a disposizione e possono usarle come meglio ritengono».
Cavaleri ha aggiunto: «Stiamo cercando di avere il quadro preciso di cosa succede, di definire nel dettaglio questa sindrome dovuta al vaccino. Secondo me, ormai possiamo dirlo, è chiaro che c’è una associazione con il vaccino. Cosa causi questa reazione, però, ancora non lo sappiamo. In sintesi: nelle prossime ore diremo che il collegamento c’è, come questo avviene dobbiamo però ancora capirlo».
Cavaleri ha, comunque, confermato che il rapporto rischi benefici resta ancora a favore del vaccino, «poi andremo a vedere più nel dettaglio le varie fasce di età. Le giovani donne, spesso protagoniste dei casi di trombosi, patiscono meno l’effetto del Covid, dovremo valutare dunque il rapporto rischi-benefici per loro. Non dimenticando che anche le giovani donne finiscono in terapia intensiva per Covid. Dunque servirà un lavoro molto meticoloso per capire se il rapporto rischi benefici è a favore del vaccino per tutte le età».
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