Due mandati di cattura internazionali, chiesti dalla Procura di Pavia, sono stati emessi nei confronti del nonno materno del piccolo Eitan, Shmuel Peleg, e dell’uomo di 50 anni, Gabriel Abutbul Alon, israeliano residente a Cipro, che era alla guida dell’auto con cui il bambino fu portato a Lugano per essere imbarcato su un aereo privato con destinazione Tel Aviv.
Ne danno notizia Il Corriere della Sera e La provincia pavese. Il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone è al centro di una contesa tra due rami familiari. I due sono accusati di avere sequestrato il bambino sulla base di un “piano strategico premeditato”. Infatti, dalle indagini scrupolose fatte dalla Squadra mobile di Pavia, risulta che tutto è stato studiato nei minimi particolari a partire dal momento in cui Peleg si è reso conto che non sarebbe più riuscito ad ottenere in Italia l’affidamento del nipote.
La notizia, arriva il giorno prima dell’udienza in programma domani, giovedì 11 novembre, in Israele. Il Tribunale deve valutare il ricorso presentato dai nonni materni contro la sentenza che ha disposto il rientro del bambino in Italia. Il nonno e Alon sono accusati di sequestro di persona, sottrazione e trattenimento di minore all’estero e inosservanza doloso di provvedimento del giudice in pregiudizio del minore e di Aya, la zia tutrice di Eitan.
Si è appreso, inoltre, che Gabriel Alon Abutul, “appartiene verosimilmente alla compagnia militare ‘Blackwater’ ed è stato ‘assunto’ dai nonni materni per assisterli e aiutarli nel loro progetto di trasferimento del piccolo Eitan in Israele”, come comunicato dalla Procura di Pavia in una nota.
Infine, Shmuel Peleg, se rimanesse in libertà. Il pericolo di reiterazione del reato è contestato nell’ordinanza emessa dal gip di Pavia, su richiesta della Procura. Contestato anche il pericolo di inquinamento probatorio.