È salito a 206 il numero delle persone contagiate dal Coronavirus in Lombardia. Inoltre, sono stati eseguiti, al momento, circa 1.800 tamponi. Ne ha dato notizia la Regione in una nota. Da Palazzo Lombardia, poi, si rimarca che chi riscontra sintomi influenzali o problemi respiratori «non deve andare in pronto soccorso, ma chiamare il numero verde unico regionale 800.89.45.45 che valuterà ogni singola situazione e spiegherà che cosa fare». Per informazioni generali, invece, il numero da chiamare è il 1500, numero di pubblica utilità attivato dal ministero della Salute.
A Firenze, invece, un uomo di 60 anni, tornato da Singapore circa venti giorni fa e che negli ultimi giorni si è sentito male, si è presentato all’ospedale di Santa Maria Nuova. Un primo tampone ha dato esito negativo ma un secondo, avvenuto nella notte, è risultato positivo. Ora si attende la conferma dell’Istituto Superiore della Sanità.
È risultata negativa al test, poi, una bambina piemontese. Ne ha dato notizia il presidente della Regione Alberto Cirio, intervenendo ad Agorà, su Raitre, che ha aggiunto: «Il Piemonte è una regione di quattro milioni e mezzo di abitanti e tre casi positivi al virus. Non siamo un focolaio, i casi arrivano dalla Lombardia e dalla Cina». Negativi, anche, sei test somministrati in Abruzzo e in Liguria non è stato conclamato alcun caso, come riportato dal presidente Enrico Toti.
Sull’emergenza Coronavirus è intervenuto a Radio Capital, ospite del programma Circo Massimo, Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile: «Tutti i provvedimenti per affrontare l’emergenza devono essere adottati secondo un criterio di proporzionalità e adeguatezza. Sotto questo profilo di ora in ora i provvedimenti saranno adeguati allo scenario».
Poi, a proposito del caso registrato a Palermo, Borrelli ha detto: «Noi non possiamo fare previsioni, dobbiamo gestire gli scenari e gestiremo anche questo. Ci troviamo davanti a una situazione che non abbiamo mai affrontato nelle precedenti emergenze. Un terremoto o un’alluvione sono ben localizzati, qui ci sono da gestire diverse problematiche e si possono affrontare solo con un sistema che spinge sulla sussidiarietà. È fondamentale non esautorare i territori. I territori devono gestire a livello comunale, intercomunale e provinciale con i centri di coordinamento e nazionale».
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