Camilla Canepa, la 18enne morta a causa di una trombosi pochi giorni dopo avere ricevuto la prima dose del vaccino di AstraZeneca, non avrebbe indicato le sue patologie nella fase di anamnesi, ovvero quella antecedente alla somministrazione del serio e durante la quale il medico sceglie il farmaco più idoneo. Lo rivela il Corriere della Sera.
Già ieri era emerso che la studentessa soffriva di piastrinopenia autoimmune familiare, che determina un abbassamento del numero delle piastrine, e assumeva una doppia terapia ormonale. Nel dettaglio, due farmaci: il Progynova a base di ormoni, il Dufaston, a base di estrogeni.
Gli inquirenti sono al lavoro per capire se le due patologie fossero state segnalate o meno nella scheda consegnata prima della somministrazione del vaccino anti Covid-19, avvenuta il 25 maggio scorso durante un open day organizzato per gli over 18.
Ora, secondo il Corriere della Sera, i NAS hanno recuperato la scheda e lì la patologia non è indicata. La Procura di Genova dovrà capire se esiste un nesso di causalità tra le patologia, il vaccino a vettore virale e i farmaci assunti dalla giovane.
Sempre in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha dichiarato: «Ho provato un dolore immenso. Muoiono tanti giovani, per incidenti o altro, ma veder morire una ragazza per una campagna medica fatta per salvarle la vita è più drammatico».
«Non sappiamo nemmeno se il vaccino è stato il motivo o una concausa, non c’è stata neanche l’autopsia. Ne aspetterei almeno gli esiti prima di aprire una caccia alle streghe – ha affermato – Le Regioni erano state autorizzate ad aprire Open day o linee di prenotazione per somministrare AstraZeneca. C’è una lettera del generale Figliuolo che, su indicazione del Cts, dà il nulla osta».