Il premier inglese Boris Johnson si è dimesso da leader del partito conservatore. Tuttavia, il 58enne per impedire che si arriverà ad elezioni anticipate, resterà in carica come primo ministro fino ad autunno, quando subentrerà il suo successore.
Parlando alla Nazione, Boris Johnson ha affermato che “serve un nuovo leader”, sottolineando di essere “immensamente orgoglioso di quanto ha fatto questo governo. Grazie per questo incredibile mandato, la più grande maggioranza Tory dal 77”. Johnson ha anche detto che darà “tutto il mio sostegno al nuovo leader”, aggiungendo: “Sto per rinunciare al miglior lavoro del mondo. Nessuno è indispensabile”.
Il premier britannico ormai dimissionario ha, però, affermato che avrebbe voluto “continuare a portare aventi questo mandato perché consideravo un obbligo e dovere per continuare a fare quello che avevamo iniziato nel 2019”.
Boris Johnson si è rivolto anche al popolo ucraino per assicurare che il Regno Unito “continuerà a sostenere l’Ucraina” con forza anche dopo la sua uscita di scena.
Naturalmente c’è soddisfazione a Mosca. Il portavoce del Cremlino Dmytri Peskov, nel corso della consueta conferenza stampa quotidiana, ha ricordato che al primo ministro Boris Johnson non piace la Russia e a Mosca non piace il premier britannico.
Sarcasmo, poi, da Dmitri Medvedev, ex presidente della Federazione russa e oggi vice presidente del Consiglio di Sicurezza di Moca: “Notizie da Londra. I ‘migliori amici dell’Ucraina’ se ne vanno. La ‘Vittoria’ è in pericolo! Il primo è andato…”.
Per Medvedev quanto successo a Londra è “il logico risultato dell’arroganza britannica e della politica mediocre. Soprattutto sulla scena internazionale. P.S. Attendiamo notizie da Germania, Polonia e Stati baltici”, seguito da uno smile che ride fino alla lacrime.
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