Adoperarsi per rivedere gli accordi fatti in sede europea col Marocco per evitare la concorrenza sleale da parte dei produttori marocchini di ortofrutta ai danni di quelli siciliani. E’ questo. in sostanza, il cuore di una interrogazione del M5S (prima firmataria la palermitana Loredana Lupo) indirizzata al ministro della Politiche agricole, alimentari e forestali Martina.
Con l’atto parlamentare – che ricorda al ministro come nei giorni scorsi le associazioni di categoria abbiano denunciato la grave situazione del comparto agrumicolo siciliano – i Cinquestelle chiedono inoltre quali siano i numeri inerenti alle importazioni di agrumi e pomodori dal Marocco, e se il ministero abbia rilevato pertubazioni dei mercati meridionali italiani agrumicolo e ortofrutticolo in seguito all’accordo di associazione col Marocco. L’interrogazione mira a sapere pure se il ministero sia disposto ad attivare le misure di salvaguardia previste da tale accordo, come l’aumento delle quote di scambio su alcuni prodotti considerati sensibili.
“E’ evidente – afferma Loredana Lupo – che il meccanismo avviato dalla cosiddetta politica europea di vicinato vada rivista, prima che i nostri mercati collassino del tutto. Siamo pienamente d’accordo con gli agricoltori, quando sostengono che per stare nello stesso mercato bisogna rispettare le stesse regole; le garanzie sui prodotti fitosanitari utilizzati in agricoltura extra UE dovrebbero essere condizione indispensabile per accedere alle nostre piazze, invece, ad esempio in Marocco, è consentito l’utilizzo di pesticidi vietati dai regolamenti Ue”.
Sabato scorso il ministro Martina era al Politeama di Palermo per una kermesse che ha visto la presenza, tra gli altri, dell’assessore all’Agricoltura, Antonello Cracolici e del presidente della Regione, Rosario Crocetta.
“Ho chiesto di intervenire – dice la deputata – approfittando della presenza del ministro per esporre la gravità del problema. Non mi hanno fatto parlare. Evidentemente il copione dell’incontro non prevedeva stonature e voci fuori dal coro. Ma non è certo occultandoli che i problemi spariscono, e gli agricoltori lo sanno bene. La situazione è tragica, urgono interventi immediati che vadano ben oltre le belle e vuote parole elargite nei convegni. Ad esempio si rendano operative le commissioni uniche nazionali e i tavoli permanenti per le singole filiere: è l’unico modo per ridurre le differenze di prezzo tra produttore e consumatore, in attesa della clausola di salvaguardia. Lo scorso luglio è stato approvato un nostro emendamento al decreto legge 51, con cui è stata introdotta la Commissione Unica Nazionale (Cun), ovvero un tavolo di concertazione presso il ministero delle Politiche agricole per ogni filiera produttiva, dove il prezzo sia stabilito, attraverso una mediazione dello Stato, tra il mondo agricolo, costituito da chi produce le materie prime, e quello dell’industria di trasformazione e distribuzione”.
Dalla deputata parte pure una stoccata per Cracolici: “Si erge a paladino degli agricoltori e non si capisce a che titolo, visto che ha grandi responsabilità per gli attuali disastri, agricoltura biologica in testa”.